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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2011 alle ore 12:32.
L'ultima modifica è del 26 marzo 2011 alle ore 12:34.

La seconda verità è che uno Stato efficiente rimetterebbe in modo l'intera economia italiana, ma con un effetto moltiplicativo proprio per il Sud che darebbe così una spinta propulsiva a tutto il Paese. Conti sul retro di una busta dicono che per pareggiare il Pil pro-capite tra le due aree, in un arco di tempo ragionevolmente breve (quindici anni), il Sud dovrebbe crescere di quasi il 6% all'anno (posto che il Nord cresca del 2%) e ciò darebbe un enorme contributo allo sviluppo complessivo.
La questione allora va rovesciata. Per rilanciare l'economia italiana non servono interventi straordinari, nemmeno in alcune sue aree. Ma buone politiche ordinarie. Ciò che fa bene al Paese fa tre volte meglio al Sud, che diventerebbe molla per la crescita di tutta l'Italia. Non mancano esempi d'imprenditorialità meridionale vivace e capace, nonostante gli handicap di contesto ben maggiori con cui deve fare i conti. Solo in questo senso, cioè di occasione mancata, il Mezzogiorno costituisce un freno.
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