Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2011 alle ore 19:59.

My24
Doppio limite sugli incentivi alle rinnovabiliDoppio limite sugli incentivi alle rinnovabili

Una riduzione degli incentivi lungo due direttrici. Inserimento di un tetto annuale di 2 gigawatt di potenza installabile, con i due terzi costituti da impianti non superiori ai 200 kilowatt. Decurtazione degli aiuti in modo progressivo fino ad arrivare a una riduzione compresa tra il 15 e il 20 per cento. Sono le linee guida della bozza del testo sul quarto conto energia che dovrà, in pratica, attuare la scelta del governo (e criticata dagli operatori del settore) di ridurre la politica di incentivi. Una scelta materializzatasi nel decreto legislativo varato il 3 marzo scorso per il recepimento della 2009/28/Ce, la cui pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» è attesa proprio per domani con entrata in vigore dal giorno successivo.

L'incontro
Domani la prima stesura del provvedimento di attuazione sarà al centro di un primo giro di tavolo tra Esecutivo e Regioni nel corso di una riunione convocata al ministero degli Affari regionali. All'incontro parteciperanno anche province e comuni oltre ai due ministeri competenti dello Sviluppo economico e dell'Ambiente e a rappresentanti dell'ufficio legislativo dei ministeri dell'Economia e delle Politiche agricole.
Dopo questo passaggio, il quarto conto energia - il terzo è stato approvato ad agosto dello scorso anno ed è entrato in vigore appena tre mesi fa, il 1° gennaio - dovrebbe essere sottoposto al vaglio dalle associazioni di settore (al momento non ancora convocate) per passare poi all'esame del Consiglio dei ministri di mercoledì. Per quanto riguarda le nuove tariffe incentivanti relative al quarto conto energia (provvedimento a firma congiunta dei ministri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente), si pensa alla loro entrare in vigore dal 30 giugno prossimo.

Gli impianti non ancora in funzione
Uno dei principali nodi ancora da sciogliere è la ricerca di una soluzione per gli investimenti pregressi, tagliati fuori dallo stop della precedente norma contenuta nel decreto legislativo che, in sostanza, interrompe gli incentivi al prossimo 31 maggio per gli impianti non ancora entrati in esercizio cancellando quanto stabilito dal terzo conto energia. Inoltre, secondo alcuni operatori del settore, il tetto annuale dei 2 gigawatt «offrirebbe prospettive soltanto al taglio medio-piccolo, bloccando lo sviluppo di una filiera industriale nascente».

Le ricadute economiche
Più in generale, nei giorni passati, le principali associazioni di settore (Aper, Asso energie future, Assosolare e altre sigle) sostengono come a rischio ci siano attualmente «15mila posti lavoro», più di 150mila famiglie, e «oltre 2mila imprese». Per difendersi dal decreto legislativo già varato, i produttori hanno messo in piedi la rete Sos rinnovabili attraverso cui chiedono innanzitutto al governo di «salvaguardare gli investimenti pregressi».
Il costo del contributo in bolletta per il solare - stimano gli interessati - è di «1,70 euro a famiglia in 30 anni», pari a circa 34 miliardi, a fronte della «produzione di valore per 110 miliardi, di un gettito fiscale intorno ai 50 miliardi» e dei vantaggi prodotti, soprattutto in termini di occupazione (220mila nuovi posti di lavoro nei prossimi 9 anni) e di riduzione delle emissioni di CO2 (meno del 5% al 2020) con il raggiungimento dell'obiettivo italiano (8mila megawatt entro il 2020).

E solo pochi giorni fa circa Sos rinnovabili ha promosso un ricorso alla Commissione europea contro il nuovo decreto legislativo. Il provvedimento, secondo l'istanza, lede il principio di legittimo affidamento nella certezza del diritto causando un grave danno alle imprese che hanno deciso di puntare su questo settore.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi