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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 22:47.
Al di là delle rivalità nazionali relative al conflitto libico e all'influenza post bellica che Londra e Parigi puntano ad avere sul Paese nordafricano resta il fatto che le operazioni militari in corso, che passeranno giovedì sotto il pieni comando militare della Nato, non sarebbero possibili senza le sette basi aeree e le due basi navali messe a disposizione dall'Italia.
Una valutazione che riguarda soprattutto la Gran Bretagna che schiera nell'aeroporto pugliese di Gioia del Colle i suoi caccia Typhoon e i bombardieri Tornado.
I primi raids della Royal Air Force sono stati effettuati da Tornado decollati dal territorio britannico, la base di Marham, ma con costi logistici esorbitanti considerando anche i necessari rifornimenti in volo.
Londra dispone anche di due basi aeree a Cipro, certo più distanti da Tripoli degli aeroporti italiani. I tagli apportati alla Difesa di Sua Maestà dal governo di David Cameron hanno visto nei mesi scorsi la radiazione dai ranghi della Royal Navy dell'unica portaerei in servizio, la Ark Royal.
In attesa che siano pronte le due nuove unità classe Queen Elizabeth in costruzione i britannici resteranno privi di portaerei almeno fino al 2017.
Anche l'ipotesi di impiegare per compiti di attacco la Illustrious (gemella della Ark Royal, attualmente in riserva) o la portaelicotteri Ocean non sarebbe praticabile poiché gli stessi tagli decisi dal governo liberal-conservatore hanno decretato la radiazione dei 70 jet a decollo corto e atterraggio verticale Harrier, gli unici in grado di operare da piccole unità navali tutto-ponte. In ogni caso gli Harrier avrebbero capacità e prestazioni ben inferiori a Tornado e Typhoon. Londra quindi non avrebbe nessuna possibilità di svolgere un ruolo bellico incisivo contro la Libia senza le basi italiane che del resto ospitano la quasi totalità degli oltre 200 aerei di una decina di Paesi mobilitati per le operazioni contro Muammar Gheddafi. Se si esclude la base greca di Suda Bay e lav ventina di jet francesi e statunitensi imbarcati sulla portaelicotteri Kearsage e Bataan e sulla portaerei De Gaulle tutti i velivoli alleati operano da basi sul territorio italiano, inclusi la gran parte dei jet statunitensi basati ad Aviano e Sigonella. Quanto alla Francia, che non utilizza basi italiane ma oltre alla portaerei dispone dell'aeroporto corso di Solenzara, da sola non avrebbe potuto influire in modo rilevante sul conflitto. I suoi jet Mirage e Rafale non sono mai riusciti a effettuare più di 20/25 sortite al giorno e a questo ritmo ci vorrebbero mesi a demolire le capacità della forze militari di Gheddafi.
Senza il via libera di Roma quindi non ci sarebbe stata "Odissey Dawn" né potrebbe esserci l'operazione "Unified Protector".
Sul campo di battaglia i ribelli sono stati respinti dai dintorni di Sirte e le truppe di Gheddafi sono al contrattacco. Secondo quanto riferito dalla tv a-Jazeera e dall'inviato del Guardian sul blog online, le truppe di Gheddafi, grazie anche ai rinforzi fatti arrivare a Sirte negli ultimi giorni, stanno costringendo i ribelli a perdere le posizioni conquistate nelle ultime 48 ore. Lasciata Ben Jawad per ripiegare a Ras Lanuf, importante centro petrolifero, i ribelli avrebbero deciso di proseguire nella loro fuga a est. Le forze lealiste, infatti, sono ormai vicine alla città, che potrebbe presto essere bombardata.
L'impressione, secondo l'inviato del Guardian, è che la città sia ormai vulnerabile. Per fermare le truppe del raìs sono stati intensificati i raid aerei con l'impiego delle "cannoniere volanti" americane AC-130 e dei "cacciacarri" A-10. «La nostra strategia è quella di continuare a esercitare pressione su di loro dove pensiamo che possa avere l'effetto migliore», ha commentato il portavoce militare americano, il vice ammiraglio William Gortney, commentando l'impiego degli AC-130. Su 198 missili Tomahwak lanciati dall'inizio della guerra 191 erano statunitensi e 7 britannici mentre le forze aeree di Washington hanno sganciato complessivamente 455 tra bombe o missili di precisione, contro le 147 delle forze della coalizione.
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