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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2011 alle ore 18:32.

La crisi non è riuscita a bloccare i cacciatori del gusto. Casomai, li ha resi più selettivi, più attenti alla qualità e meno preda di nomi pomposi e di tradizioni dormienti su curricula stellati. Nel 2010 il giro d'affari del turismo enogastronomico è stato di circa 4 miliardi di euro e circa il 6% degli italiani, pari a 3 milioni di persone, si sono messi in viaggio in cerca di sapori d'eccellenza. Per il 2011 le previsioni sono di un aumento fino all'11%. Questi e altri dati sul settore sono contenuti nel nuovo rapporto annuale «Osservatorio sul turismo e vino in Italia», promosso dalle Città del Vino e realizzato dal Censis Servizi.
Turisti sempre più selettivi e in cerca di originalità
Molto interessante è capire anche l'evoluzione del turista del gusto: se vent'anni fa, quando la passione gourmet fece i suoi primi passi, era un celebre chef o una grande tradizione gastronomica ad attrarlo, oggi è più la voglia di scoprire i sapori di un territorio insieme alla sua storia, alla sua arte e cultura, non disdegnando, se c'è, l'aspetto wellness di Spa e terme. Soprattutto, il turista del gusto si spinge sempre di più oltre i percorsi più noti, lasciando le strade verso le classiche Langhe, il Chianti, la Franciacorta, per cercare nuovi spunti: per esempio, andando a scovare eccellenze enogastronomiche intorno a città note per altri tipi di patrimonio, come Venezia o Firenze, ma anche Milano e Bari, oppure esplorando zone "minori" ma sempre più interessanti come l'entroterra siciliano.
L'identikit del turista gourmet: adulto, con reddito medio-alto e disposto a spendere sempre di più
Non è cosa di poco conto che i viaggiatori del gusto siano anche disposti a spendere sempre di più: se nel 2003 la spesa media di un viaggio enogastronomico era di 149 euro, nel 2010 la cifra è salita a 193 euro, destinati per il 32% al pernottamento, per il 20,7% alla ristorazione, per il 20,2% ai prodotti tipici alimentari e per il 17% per l'acquisto di vino.
L'identikit del turista fatto dal Rapporto corrisponde a un cittadino del sud (34%) o del Nord Est (28,2%), residente in città medio-piccole (il 59% sotto i 30.000 abitanti) e decisamente adulto, con una forte concentrazione nella classe di età tra i 45 ed i 64 anni, composta soprattutto da persone non attive a livello professionale (40% di pensionati e casalinghe) e da occupati di medio-alto livello (27%), con una maggioranza di uomini ma con un numero di donne in aumento (oggi è al 38%).
I nuovi modi di fruire del cibo e del vino
Si viaggia soprattutto per un weekend e il 30% degli itinerari si sceglie via internet.
I nuovi modi di fruizione di cibo e vino, poi, cambiano con l'età e il reddito: i più giovani, per esempio, si lanciano nel cosiddetto "snapper", termine che fonde "snack" e "supper", cioè una cena a base di assaggi del territorio (come il classico tagliere di salumi e formaggi) accompagnati da un bicchiere di vino locale. Più maturo e con reddito più alto, invece, è chi fa "food shopping", cioè va alla fonte della filiera per fare provviste di ortaggi, frutta, carni, funghi, tartufi, oppure salumi, formaggi, miele, confetture, pane, dolci (e naturalmente vini); c'è poi il grande capitolo degli eventi gastronomici, come le sagre e le feste dei prodotti tipici locali, per turisti più budget oriented e con meno tempo a disposizione. Infine c'è chi dedica al gusto veri e propri viaggi, anche da una settimana o più, per esplorare un territorio, senza essere più schiavo della classica concentrazione nel solo periodo estivo.
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