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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 13:37.

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Berlusconi: oggi una maggioranza esile, dalla prossima settimana più di 330 deputatiBerlusconi: oggi una maggioranza esile, dalla prossima settimana più di 330 deputati

Lunedì il premier Berlusconi e il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, saranno a Tunisi per chiedere lo stop alle partenze di migranti e disponibilità al rimpatrio. Il governo italiano, inoltre, offrirà a Tunisi la disponibilità a fornire equipaggiamenti per le motovedette tunisine che dovranno presidiare le coste, oltre a dare il via libera a un programma per la tutela ambientale e di supporto all'economia. Queste le conclusioni del vertice di governo con Berlusconi a Palazzo Grazioli, al quale hanno preso parte anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli.

Diecimila posti per i migranti
Il piano messo a punto per accogliere
i migranti sbarcati a Lampedusa prevede una «disponibilità di diecimila posti, in tutte le Regioni italiane ad eccezione dell'Abruzzo». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni in una conferenza stampa a palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei ministri che ha affrontato l'emergenza sbarchi e l'accordo sottoscritto la Tunisia.
A questo proposito il titolare dell'Interno ha ribadito che «l'emergenza si risolve se e quando la Tunisia blocca i flussi e si riprende i clandestini, che devono essere rimpatriati. Ho chiesto a Berlusconi di sollecitare il primo ministro tunisino - ha aggiunto - se necessario andando anche a Tunisi». Il piano regionale per l'emergenza immigrazione è dunque definito anche se gli oltre 50mila posti suddivisi tra le regioni riguardano i soli rifugiati. (leggi la tabella con la suddivisione dei posti nelle Regioni)

Maroni: rifiuti non saranno giustificati, arrivati 2mila profughi dalla Libia
Maroni ha poi spiegato che il piano per l'accoglienza «
sarà illustrato domani alla cabina di regia Governo-Regioni-Enti locali in una riunione al Viminale (in programma alle 9, ndr)» e ha aggiunto che «
atteggiamenti di rifiuto non possono essere giustificati, è un'emergenza grave che richiede il concorso di tutte le regioni». È chiaro, ragiona ancora Maroni, che nessuno vuole situazioni di questo tipo - ha concluso - ma dove ci saranno i Cie verranno garantite misure di sicurezza affinchè non si creino problemi particolari». Il titolare del Viminale ha poi fatto un punto sugli ultimi arrivi. «Sono duemila circa i profughi arrivati dalla Libia, soprattutto eritreri e somali: abbiamo concordato un piano di emergenza con le Regioni, che si impegnano a trovare siti per ospitarli». Maroni si è detto certo che «in tempi rapidi» si arrivi «alla realizzazione di altri siti capaci di accogliere, qualora ce ne fosse bisogno, altri diecimila immigrati».

Tendopoli di Coltano: Viminale conferma moratoria di 24 ore
Il ministro è poi tornato sulla vicenda della tendopoli di Coltano, in provincia di Pisa, dopo che Regione e Viminale hanno concordato una moratoria di 24 ore per vagliare strutture alternative, come proposto dal governatore della Toscana, Enrico Rossi. All'identificazione di nuovi siti stanno già lavorando i tecnici regionali e il ministro ha confermato in conferenza stampa la sospensione attorno alla tendopoli pisana. Maroni ha poi fornito rassicurazioni sul sito di Manduria sostenendo che intende continuare a rafforzare la sicurezza intorno al centro «per garantire la massima sicurezza per i cittadini del luogo».

Il titolare del Viminale: nessun commento su dimissioni Mantovano
Nemmeno una parola, invece, sulle dimissioni del sottosegretario Alfredo Mantovano. «Non ho alcun commento da fare», ha tagliato corto Maroni. Laconico anche quando un cronista gli ha chiesto di commentare l'annuncio fatto ieri dal premier («libereremo Lampedusa dagli immigrati in 48-60 ore»). «Lo dice Berlusconi? Sicuramente sarà così». Poca voglia di andare oltre tanto che al reiterarsi della domanda del giornalista Maroni si è limitato ad aggiungere che «noi obbediamo alle direttive del presidente del Consiglio».

Berlusconi: Tunisia non rispetta accordi, dalla prossima settimana 330 deputati
Proprio il premier era tornato stamane sull'emergenza sbarchi intervenendo al telefono alla convention dei Cristiano popolari di Mario Baccini. «Il Cdm sta affrontando il problema dei rapporti con la Tunisia - aveva detto il premier in mattinata - perché il governo ha garantito impegni finanziari per la ripresa economica delle città tunisine e di contro il governo tunisino deve accettare il rimpatrio dei suoi concittadini. Si tratta di 5 mila tunisini che non sarebbero accettati perchè noi sappiamo che dalle loro carceri sono evasi in 11 mila ed abbiamo il sospetto che possano arrivare da noi». Il messaggio telefonico del premier era avvenuto durante la sospensione del Consiglio dei ministri, interrotto dalla corsa dei ministri per votare sul resoconto della giornata di ieri sul processo breve. La sospensione è durata oltre due ore e il Cdm è ripreso alel 13.10 per concludersi circa trenta minuti più tardi. Parlando ai Cristiano popolari Berlusconi era poi tornato sui numeri parlamentari annunciando nuovi arrivi. «Abbiamo una maggioranza più esile, ma che dalla prossima settimana si posizionerà su 330 deputati, contro meno di 300 dell'opposizione».

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