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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2011 alle ore 19:49.

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La maggioranza accoglie l'appello di Napolitano ma la Lega rinfocola la polemica: Fini deve dimettersi (Foto Ansa)La maggioranza accoglie l'appello di Napolitano ma la Lega rinfocola la polemica: Fini deve dimettersi (Foto Ansa)

La maggioranza serra i ranghi all'indomani della nuova bagarre che ieri si è scatenata nell'aula della Camera e che ha indotto il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a convocare le forze politiche per richiamare tutti a un maggiore senso di responsabilità. Così, dopo i capigruppo di Pdl, Pd e Udc, oggi è stato il turno della Lega e dell'Italia dei valori. Ma il messaggio consegnato da Napolitano è rimasto immutato: occorre mettere da parte le tensioni e ricostruire un clima di dialogo perché lo scontro, che ieri ha superato il livello di guardia a Montecitorio, è un danno per il Paese. E intanto sembra profilarsi la prossima discesa in campo del presidente di Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo. «Se la situazione continua a peggiorare - ha detto oggi il numero uno della Ferrari -, se questo è lo spettacolo che offre la nostra classe politica, allora cresce veramente la tentazione di prenderli in parola».

I vescovi: bene Napolitano, serve pacatezza ed equilibrio
A riassumere il confronto di oggi è il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi, secondo il quale Napolitano «ha espresso grande preoccupazione per il clima di tensioni e per lo scontro verbale crescente». Il presidente della Repubblica, spiega l'esponente dipietrista, «teme che si superino i limiti nell'asprezza dei toni». Insomma, un nuovo appello alla pacatezza che raccoglie anche il plauso dei vescovi. «Il richiamo del Colle alle forze politiche - ha commentato il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata - porta ad auspicare tutta la serenità necessaria a svolgere i compiti e i servizi a favore della collettività». In questo senso, ha aggiunto Crociata, «occorre esercitare le responsabilità verso la collettività con la maggiore serenità possibile. Questo è uno sforzo richiesto a tutti coloro che occupano ruoli pubblici».

Schifani: accogliere l'appello del Colle. La Lega: Fini si dimetta
Non tutti, però, dentro la maggioranza si adoperano per provare a rasserenare gli animi. Perché, all'invito del presidente del Senato, Renato Schifani, che sposa la posizione di Napolitano («spero che il suo appello venga opportunamente e doverosamente recepito da tutte le forze politiche»), fa da contraltare la scelta della Lega di rilanciare le polemiche con un nuovo attacco al presidente della Camera, Gianfranco Fini. «Mi auguro - sottolinea il ministro della Semplificazione - che il presidente abbia colto l'occasione per dare qualche bella tirata d'orecchie per gli eccessi visti in Parlamento in questi giorni, ivi compresi quelli di alcuni rappresentanti di Governo. È evidente che il problema oggi è quello della presidenza della Camera: Fini ha il dovere di tutelare le minoranze, ma non può tutti i giorni prendere a calci la maggioranza per il suo livore verso Berlusconi e quell'alleanza che lo ha portato a essere eletto deputato prima e presidente della Camera poi». Per far tornare a funzionare il Parlamento, suggerisce quindi Calderoli, «la soluzione è una sola: Fini si deve dimettere».

Casini: in queste condizioni meglio andare al voto
Ma da Futuro e Libertà arriva l'immediata difesa del leader. «Le dichiarazioni di Calderoli - replica il coordinatore nazionale Roberto Menia - rendono ancora più manifesto il ruolo di braccio armato del berlusconismo svolto dalla Lega». Mentre Italo Bocchino coglie la palla al balzo per chiedere di «verificare se ci sono ancora le condizioni per far proseguire la legislatura o se non sia più saggio andare al voto». Una direzione indicata anche dal leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. «Le uniche preoccupazioni del governo sono quelle di trovare nuovi posti di sottosegretari e le ossessioni giudiziarie di Berlusconi. Francamente in queste condizioni è meglio andare a votare. Davanti a una paralisi completa e a un Paese che rischia lo sfascio, è meglio andare a votare evitando una lunga agonia di due anni che non serve a un paese che ha bisogno di essere governato».

La maggioranza serra i ranghi: si può completare la legislatura
La maggioranza, però, si chiude a riccio. «Riteniamo - taglia corto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto - che esistano tutte le condizioni per portare la legislatura alla sua scadenza naturale. Al netto di quelle che saranno le scelte dell'opposizione, per parte nostra dobbiamo seguire comportamento improntato al massimo senso di responsabilità, raccogliendo la sollecitazione costruttiva e positiva espressa dal capo delo Stato». E, anche sulle tensioni seguite allo scontro in Aula tra il ministro Ignazio La Russa e Fini, l'ordine di scuderia è di minimizzare. A farlo ci pensa il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, stessa corrente di La Russa ai tempi di An (Destra protagonista). «In riferimento alle polemiche che hanno investito il ministro La Russa si leggono cose non vere. La sua azione è sostenuta in primo luogo da Berlusconi e prosegue con l'obiettivo di rafforzare non solo l'azione dell'esecutivo, ma anche il radicamento del Pdl». (Ce. Do.)

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