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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2011 alle ore 15:38.

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Berlusconi: politica impotente, avanti con le riforme e con la nuova maggioranza. «Domani sarò a Tunisi»Berlusconi: politica impotente, avanti con le riforme e con la nuova maggioranza. «Domani sarò a Tunisi»

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, torna a parlare di immigrazione e di riforma della giustizia in collegamento telefonico con l'assise di Rete Italia organizzata a Riva del Garda dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. «Ciò che sta avvenendo in questi giorni ripropone la validità dei nostri valori a cui si ispira il nostro impegno politico», ha detto Berlusconi nel corso del suo intervento telefonico al convegno di Rete Itala. Parlando delle migliaia di immigrati che arrivano in Italia il Cavaliere sottolinea come «siano tutti spinti da un'ansia di libertà e giustizia.

La crisi immigrazione a Lampedusa
«A Lampedusa la situazione è difficile. Anche questa notte sono arrivati altri 346 immigrati con gli ultimi imbarchi stasera ne resteranno 2500, le condizioni del mare hanno reso impossibile ieri l'imbarco dei profughi». Così Berlusconi spiega la situazione nell'isola siciliana dove arrivano i profughi dalla Tunisia e non solo. E proprio in Tunisia volerà domani il premier, la conferma è arrivata proprio da Riva del Garda: il premier sarà a Tunisi per provare a mettere un "freno" a quello che ha definito lo «tsunami umano» proveniente dai paesi del nord Africa. La situazione non è facile, dice, perché il governo di Tunisi «non è certo forte» in quanto «non è legittimato dai cittadini. Vedremo se potrà trovare il modo per opporsi alle partenze». «Di fronte a problemi gravi occorrono nervi saldi», ha osservato, criticando l'atteggiamento dell'opposizione che usa il problema dell'immigrazione per attaccare il governo. «Abbiamo davanti a noi problemi gravi - ha detto il premier - che invece di trovare aiuto nei nostri avversari, trovano la provocazione da una opposizione alla quale del bene comune non importa proprio nulla. La cosa che ferisce di più è un'opposizione che cerca di seminare odio contro di me». La visita in Tunisia servirà per chiedere al Paese nord africano di tenere fede agli impegni presi. Secondo fonti diplomatiche infatti l'Italia avrebbe già attivato 150 milioni per la parte della cooperazione e 70 per l'equipaggiamento in modo che Tunisi controlli le coste e freni il fenomeno dell'immigrazione clandestina.

«Politica impotente, giustizia contropotere»
Berlusconi ha poi parlato anche della giustizia ed è tornato a contestare l'atteggiamento della magistratura e a promettere riforme strutturali per ridare potere alla politica. «Oggi in Italia - ha sostenuto - la politica è debole, a volte impotente. Noi siamo diventati dei capri espiatori, dei parafulmini della società. I poteri che contano sono quelli dell'economia, della finanza, quello pervasivo della giustizia, che in Italia è diventato un vero e proprio contropotere». Per Berlusconi, «la politica è impotente e messa all'angolo da un potere che non gode della legittimità popolare: i cittadini in democrazia devono avere il diritto di decidere il proprio futuro. Per questo sono necessarie, indispensabili e non rinviabili le riforme, da quelle istituzionali a quella della giustizia a quella tributaria».

Berlusconi se l'è presa anche con il nostro modello di parlamentarismo: «Il nostro Paese è nell'ambito delle democrazie occidentali l'unico in cui il potere esecutivo è sovrastato dai poteri delle Camere, del potere della magistratura e della Corte costituzionale, tutte corporazioni che si oppongono al cambiamento». L'obiettivo, ha detto Berlusconi, è completare la legislatura, forti di quelli che ritiene numeri parlamentari sufficienti a varare le riforme: «Avanti così con questa nuova maggioranza in Parlamento che per la prima volta dopo i veti di Fini e Casini» ha davanti due anni per approvare le riforme.

Serve coerenza, continua Berlusconi, che nel suo intervento telefonico al convegno di Rete Italia ha parlato di una «politica nuova». «Credo che la politica - ha osservato il presidente del Consiglio - non si debba ammantare solo di parole, di status, di privilegi a cui non corrisponde un'effettiva tensione al cambiamento della società e dello sviluppo. Allora veramente c'è un indebolimento della democrazia». «La politica - ha aggiunto - ha bisogno di fondarsi su valori, programmi e la capacità di realizzarli. Noi agiamo in grande coerenza perché senza coerenza fra ciò che mettiamo nei nostri programmi e ciò che facciamo la politica perde la fiducia della gente e il consenso dei cittadini».


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