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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2011 alle ore 12:50.

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Il presidente del Consiglio Silvio berlusconi con il Primo ministro tunisino Beji Caid Essebsi (Afp)Il presidente del Consiglio Silvio berlusconi con il Primo ministro tunisino Beji Caid Essebsi (Afp)

Il summit italo-francese, annunciato nei giorni scorsi sulla gestione dei flussi migratori dal Nord Africa, sarà allargato ai ministri dell'Interno, degli Esteri, e dell'Economia. Lo ha detto il presidente del Consiglio,Silvio Berlusconi al termine della missione in Tunisia per bloccare l'esodo dei tunisini. L'incontro italo-francese avrà luogo «presto». Berlusconi e il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sono giunti a Tunisi in mattinata. Il primo appuntamento della missione si è svolto al palazzo presidenziale di Cartagine con il presidente ad interim della Repubblica tunisina, Fouad Mebazaa. Successivamente il premier si è recato nella sede del governo per incontrare il primo ministro Beji Caid Essebsi. Parallelamente, Maroni ha incontrato il suo omologo tunisino Habib Essid.

Nessun accordo sui rimpatri: intesa in salita
Nel corso della missione in Tunisia, ha precisato l'agenzia ufficiale tunisina Tap, non è stato raggiunto un accordo sul dossier immigrazione. Si sta lavorando «per una possibilità di rimpatrio. C'è la volontà del governo di Tunisi e nostra per farlo in modo civile», ha detto il cavaliere. «C'è un'assoluta volontà di trovare una soluzione. Il ministro dell'Interno lascia qui una commissione di tecnici al lavoro e domani tornerà per verificare il lavoro fatto e sottoscrivere un accordo». Ha sottolineato che «la Tunisia sta vivendo un momento difficile e molti giovani decidono di guardare all'Europa in cerca di libertà e di democrazia: è comprensibile la loro volontà di cercare una nuova vita in una situazione di civiltà e di benessere».

Berlusconi: la Tunisia è un paese amico
Arrivando al palazzo del governo di Tunisi per incontrare il primo ministro del governo di transizione, Beji Caid Essebsi, Berlusconi ha sottolineato che «la Tunisia è un paese amico, siamo qui per risolvere i nostri problemi in uno spirito di collaborazione e amicizia». Ha detto che per i nuovi sbarchi, 800 solo stanotte a Lampedusa, è necessario « trovare altre soluzione che stiamo approfondendo«. Ha ribadito che fra Italia e Tunisia oltre a rapporti di amicizia, c'è un importante interscambio commerciale, culturale e per il turismo. Berlusconi ha detto di aver apprezzato la responsabilità assunta dal governo «nello storico passaggio alla democrazia».

Due gli obiettivi del governo: bloccare l'esodo e avviare rimpatri di massa
Gli obiettivi della missione erano quello di mettere un freno all'esodo dei tunisini che partono alla volta di Lampedusa per raggiungere poi Francia e Belgio, ma anche far accettare a Tunisi i rimpatri collettivi. Fino a cento immigrati al giorno, per riportare sulle sponde nordafricane circa 1.500 clandestini nell'arco di quindici giorni. Gli arrivi di massa stanno creando un'emergenza in Italia che rischia di trasformarsi in un problema di ordine pubblico.

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