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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2011 alle ore 14:43.

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Una parte dell'edificio di piazzale Paoli a L'Aquila rimasto in piedi dopo il terremoto del 6 aprile 2009 e ancora sotto sequestro-AnsaUna parte dell'edificio di piazzale Paoli a L'Aquila rimasto in piedi dopo il terremoto del 6 aprile 2009 e ancora sotto sequestro-Ansa

«Le difficoltà sono ancora tante ma non sono certo legate ai finanziamenti. L'ultimo problema infatti sono i soldi. I fondi ci sono». Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo e commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi, nel corso della conferenza stampa, nella sede della stampa Estera, in vista del secondo anniversario del sisma che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile del 2009. Da più parti, invece, è stata lamentata la mancata ricostruzione della città, la carenza di fondi a disposizione. Evitato il dramma delle tendopoli, la città, insomma, ha perso la sua identità.

In cassa 1,729 miliardi
Chiodi ha detto che in cassa ci sono disponibili
1,729 miliardi di euro, che sono la parte rimanente degli oltre 3,131 miliardi erogati a favore della ricostruzione. Ha anche annunciato che entro la fine del 2011 il Cipe sbloccherà altri 1,5 miliardi di euro. «Si tratta di cifre importanti che testimoniano che non siamo in ritardo rispetto a quello che è avvenuto per altre emergenze del genere».

Manca il piano di ricostruzione dell'Aquila
Per Chiodi «il Piano di ricostruzione dell'Aquila non c'è;
i cittadini devono sapere cosa avverrà da qui a dieci anni, serve un Piano di ricostruzione che dia una visione unitaria alla città e ai suoi destini». Il cronoprogramma presentato dal comune dell'Aquila «indica, per la ricostruzione degli edifici di proprietà del comune (per i quali sono stati stanziati 47 milioni di euro) dai 24 ai 48 mesi. Non siamo in ritardo: se i cantieri partiranno entro il 2011 saremo comunque in anticipo rispetto a quanto avvenuto nel resto d'Italia. In Friuli i lavori partirono dopo 4 anni dal sisma. Se fossi stato il sindaco di l'Aquila avrei coinvolto i massimi esperti mondiali per i piani di ricostruzione. La visione futura della città c'è, ma i cittadini non la conoscono». Ha anche reso noto che il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente «a novembre ha incaricato un importante architetto, Iacovone, di occuparsi dei Piani di ricostruzione ma io l'ho appreso solo recentemente». Chiodi ha detto che la ricostruzione durerà 10 anni così come lo smaltimento delle macerie «che sono state rimosse per ben due volte».

Letta: L'Aquila non è morta
Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, la ricostruzione post-sisma in Abruzzo sta avvenendo «nella più assoluta correttezza»: «E' tutto regolare, trasparente e documentabile». Letta ha sottolineato che L'Aquila «non è morta» e che bisogna «ritrovare all'Aquila lo spirito delle prime settimane, dei primi mesi dopo il terremoto. In quei momenti si è lavorato guardandosi negli occhi. Si è lavorato nel pianto, ma insieme».

Chiodi: la partita spetta alla comunità aquilana
«Il governo ha fatto tutto quello che doveva fare», ha proseguito Chiodi. «La partita ora spetta alla comunità aquilana e ai sindaci che spero vogliano alimentare la speranza e non la disperazione; all'Aquila, per un po' di tempo, è stata alimentata la disperazione».

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