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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 20:16.

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La perdita di acqua radioattiva dal basamento del reattore 2 è stata fermata e si pensa di iniettare azoto, che è un gas inerte, per ridurre le probabilità di esplosioni di idrogeno. Si sta facendo spazio nel basamento per accogliere l'acqua contaminata in modo più pesante dalla fusione dell'uranio avvenuta a cielo aperto nelle piscine del combustibile usato, e per fare ciò si scarica in mare le acque dalla radioattività più blanda. Queste sono le notizie principali da Fukushima, la centrale nucleare giapponese squassata l'11 marzo da uno dei terremoti più forti e spazzata da un maremoto devastante.

Non è chiaro dove la Tepco intende iniettare azoto, gas piuttosto pesante che in genere tende a stratificarsi in basso. Secondo le agenzie internazionali, i tecnici vogliono iniettare il gas inerte nella struttura di contenimento del reattore numero uno dove – riferiscono le fonti ufficiali – l'idrogeno accumulato potrebbe causare un nuovo scoppio analogo a quelli già avvenuti il 12 e 14 marzo: le operazioni dovrebbero iniziare oggi e dovrebbero durare diversi giorni.

L'operazione, ha spiegato la compagnia, «non comporta un rialzo significativo della perdita di radioattività». La crepa larga circa 20 centimetri in una delle vasche di raccolta del reattore numero due è stata otturata usando silicato di sodio, che solidifica a contatto con l'acqua.
La perdita dal basamento dell'edificio era di circa sette metri cubi l'ora e aveva provocato un forte innalzamento dei livelli di iodio 131 nel mare davanti alla centrale.

Nella sentina c'è la colatura dell'onda di tsunami che ha allagato la centrale e ha riempito i basamenti, più la colatura delle acque di spurgo dei reattori in fusione (si è fuso circa il 50% del combustibile nei reattori 1, 2 e 3).

Turando la falla si è fermata così la contaminazione del mare? No. L'inquinamento radioattivo non può essere fermato. Per un altro motivo. I basamenti sono pieni di 11.500 metri cubi di acqua leggermente radioattiva, ma non c'è posto dove scaricare l'altra acqua – decisamente molto più contaminata – che si è accumulata in altri segmenti della centrale.
L'unica soluzione è scaricare a mare l'acqua meno pericolosa e per poter versare nella struttura protetta serbatoi l'acqua molto contaminata che si è accumulata in altri segmenti della centrale.

Nelle piscine del combustibile infatti si è realizzata una fusione a cielo aperto del combustibile vecchio, all'origine delle fortissime emissioni di radioattività dei giorni scorsi, e si è prodotto idrogeno esplosivo. L'acqua delle piscine di decantazione è contaminatissima perché il combustibile delle 4.500 barre che vi sono conservate si è sciolto in parte.

A titolo di confronto, una carica di combustibile della centrale italiana di Caorso (Piacenza) dura sette anni e ha 1.032 barre di combustibile. In questo caso si tratta di quattro volte tanto. Nella sola piscina del reattore 4 (che era spento per lavori) ci sono più di mille elementi di combustibile, che si sono fusi in parte e hanno disciolto nell'acqua gli elementi radioattivi.

Le operazioni di scarico delle acque debolmente contaminate per ospitare le acque più pericolose dovrebbero concludersi venerdì. L'acqua contiene elementi come lo iodio 131, che si dimezza in circa 8 giorni, e il cesio 137, che si dimezza in una sessantina d'anni.

Dopo l'Europa e diversi paesi, oggi anche l'India ha decretato un embargo alle importazioni di prodotti alimentari giapponesi per una durata minima di tre mesi.
La vicenda finirà comunque per costare molto cara alla Tepco, prima utility elettrica del Giappone, in termini di indennizzi alla popolazione e alle imprese colpite: per cominciare, un indennizzo preventivo di un milione di yen (circa 8mila euro) sarà versato a ogni famiglia costretta a sgomberare la zona a rischio, in un raggio di venti chilometri dalla centrale; successivamente verranno calcolati i danni da rimborsare a tutte le persone colpite.

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