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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 11:04.

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Maroni: i tunisini arrivati dopo l'accordo saranno rimpatriati, oggi il decreto per i permessi temporanei. Nella foto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, oggi alla Camera (LaPresse)Maroni: i tunisini arrivati dopo l'accordo saranno rimpatriati, oggi il decreto per i permessi temporanei. Nella foto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, oggi alla Camera (LaPresse)

Una promessa prima di tutto. «Tutti i cittadini tunisini che arriveranno in Italia dalla firma dell'accordo (siglato martedì, ndr) in avanti saranno rimpatriati». Ad assicurarlo, durante un'informativa urgente alla Camera, è il ministro dell'Interno Roberto Maroni che ha chiarito così i termini dell'intesa sottoscritta «dopo nove ore di difficile negoziato» con le autorità tunisine. Davanti a un'assemblea piuttosto sguarnita, il titolare del Viminale ha sottolineato quindi che «sulla carta l'accordo c'è e sarà compito del Governo farlo applicare». Al Senato, poi, Maroni ha attaccato la Francia. «Finora da Parigi c'è stato un atteggiamento di ostilità, ma la libera circolazione nell'area Schengen è garantita da regole che devono essere rispettate». Una posizione che è stata ribadita dal ministro durante la registrazione del programma "Porta a Porta": «Dirò domani al ministro francese dell'Interno, Claude Gueant, che i tunisini cui concederemo il permesso di soggiorno temporaneo hanno diritto a circolare».

Per Maroni, infatti, «le regole di Schengen sono chiare, non ci sono più controlli alle frontiere. Il titolo valido per circolare il cittadino extracomunitario non ce l'ha, ma un cittadino con un permesso di soggiorno, seppure provvisorio, può circolare liberamente». Dunque, c'è un solo modo per non permettere questo: che la Francia esca da Schengen e che sospenda il trattato. Misure - ha concluso il ministro dell'Interno - che si adottano solo in casi veramente eccezionali». Infine, il ministro ha usato parole più distensive: «Sono certo che questa polemica con il governo francese domani sarà risolta. Io capisco che ci sono le elezioni nel 2012, ma mostrare i muscoli su una vicenda del genere è sbagliato».

Zazzera (Idv) espone un cartello contro il ministro. Di Pietro si dissocia e si scusa
In un Senato agitato, nel pomeriggio Maroni ha promesso l'impegno dell'esecutivo e annuncia che «si è insediato ieri un gruppo di contatto» che ne monitorerà l'attuazione. Alla fine è comparso anche un cartello esposto dal dipietrista Pierfelice Zazzera: «Maroni assassino». Fini ha redarguito il deputato (alle 13 ufficio di presidenza per sanzionarlo), mentre l'opposizione, inclusa l'Idv, si è dissociata dal gesto. E anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro si è scusato.

Il titolare del Viminale: con autorità maltesi problema aperto
L'accordo tra Italia e Tunisia è invece il cuore dell'intervento di Maroni a Montecitorio. Dove la seduta si apre con un minuto di silenzio per ricordare la tragedia di ieri nelle acque del Canale di Sicilia su cui, in apertura, torna anche il ministro dell'Interno. Maroni chiarisce così che il barcone, con a bordo circa 200 persone, si è rovesciato in un'area di competenza maltese, ma le autorità di La Valletta hanno allertato l'Italia sostenendo di «non avere assetti navali disponibili» per soccorrere le persone che chiedevano aiuto nelle loro acque territoriali. A quel punto l'Italia si è messa in moto vista la situazione di emergenza, ma, ricorda Maroni, «quello con le autorità maltesi è un problema che rimane aperto» alludendo alle frequenti dispute che hanno visto contrapposti nel passato i due Paesi. Delle 200 persone risucchiate dal canale di Sicilia, 51 tra cui una donna e un bambino sono state tratte in salvo, prosegue Maroni, e «le operazioni di ricerca continuano anche oggi, ma la speranza di trovare altre persone in vita si affievolisce di ora in ora».

Dall'inizio dell'anno 25.867 arrivi e 390 sbarchi
Quindi il ministro snocciola i numeri dell'emergenza flussi. «Dal 1° gennaio al 6 aprile - chiarisce Maroni - si sono registrati 390 sbarchi per 25.867 persone, di cui 23.352 approdate sull'isola delle Pelagie. Di questi, poi, 21.519 risultano sedicenti tunisini arrivati soprattutto dall'area Sud, da Gerba e Zarzis». Il titolare del Viminale ricorda poi che, nello stesso periodo dello scorso anno, furono solo 25 le persone arrivate in Italia, segno che «il sistema di controllo e prevenzione delle partenze è scomparso». Quanto agli arrivi dalla Libia, Maroni ha parlato di 2.300 immigrati giunti da lì «di nazionalità somala ed eritrea e che sono dunque da considerare rifugiati». Maroni batte molto sul tasto delle dimensioni del fenomeno per dire che «non c'era altra possibilità, altra scelta» rispetto a quella adottata dal Governo per affrontare la fase acuta dell'emergenza. Ora questa fase «è conclusa», sottolinea il ministro, e proprio il tavolo con le Regioni, convocato ieri, sarà un tassello cruciale per gestire il dopo- emergenza. Davanti ai deputati Maroni ribadisce il criterio dell'equa distribuzione degli immigrati su tutto il territorio nazionale.

Oggi in Cdm il decreto per il via ai permessi di soggiorno temporanei
Maroni è poi tornato sul decreto che prevede la concessione del permesso di soggiorno temporaneo, oggi all'esame del Cdm convocato alle 13.30. Il documento, spiega il ministro, «consentirà di circolare in tutti i Paesi dell'area Schengen. Il permesso verrà dato a coloro, e sono la stragrande maggioranza, che vogliono andare in Francia ed in altri Paesi. A questo proposito, domani mattina incontrerò il ministro dell'Interno francese, che ha chiesto di vedermi, per definire un sistema di intervento comune». Il decreto, chiarisce ancora Maroni, «esclude alcune categorie dal permesso temporaneo: i soggetti pericolosi, chi è destinatario di un provvedimento di espulsione, chi è stato denunciato per una serie di reati. Queste persone verranno messe nei Cie per procedere all'espulsione».

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