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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 15:41.

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«Il nostro paese, non corresponsabile della crisi, vi è entrato già debole, ha pagato un prezzo alto di riduzione del reddito e dell'occupazione, ne esce con i suoi problemi strutturali ancora da risolvere». Lo ha affermato il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, intervenendo a Torino a Biennale democrazia con un discorso sul tema Globalizzazione e politiche economiche: lezione da una crisi.

Secondo Draghi, l'Italia deve ritrovare la «capacità di sviluppo» che ha messo in campo alla fine dell'Ottocento e dopo la seconda guerra mondiale, «per sciogliere i nodi che stringono le nostre prospettive di crescita». Al contempo - ha detto il governatore - «la politica economica deve saper creare quell'ambiente istituzionale in cui la capacità dell'economia di svilupparsi possa dispiegarsi appieno».

Necessario uno stop ai sostegni
«In tutto il mondo - ha poi spiegato Draghi - si delinea ora chiaramente la necessità di far cessare il sostegno straordinario fornito nell'ultimo triennio alle economie dai bilanci pubblici e dalle politiche monetarie».
«L'incidenza sul prodotto dei debiti pubblici nei paesi avanzati - ha sottolineato il governatore - è aumentata di quasi un quarto; i programmi di medio termine di molti governi sono già orientati, con varie intensità, alla riduzione degli squilibri. Le politiche monetarie devono tenere conto dell'emergere di tensioni inflazionistiche, sospinte dal rincaro dei prodotti alimentari ed energetici». Secondo Draghi, nell'Area dell'Euro la politica monetaria «rimane, anche dopo il rialzo dei tassi di interesse di riferimento deciso la scorsa settimana, molto accomodante».

Ue condizione perchè l'Italia progredisca ancora
Quanto al rapporto con l'Unione europa, il governatore ha detto che «per noi italiani, per noi europei è la condizione essenziale per progredire ancora». L'Unione - ha affermato Draghi - «è un punto di riferimento nel mondo per come ha saputo sviluppare negli anni una forma originale di governo, fondata sugli stati sovrani ma dotata di strutture sovranazionali volte alla soluzione di problemi comuni. Il suo assetto è in evoluzione. I successi si accompagnano con tensioni fra Stati e fra questi e le istituzioni comunitarie».

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