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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2011 alle ore 14:39.

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Berlusconi attacca la cellula rossa dei pm e lancia la sfida per le amministrative (Ansa)Berlusconi attacca la cellula rossa dei pm e lancia la sfida per le amministrative (Ansa)

Silvio Berlusconi torna di nuovo all'attacco della «cellula rossa dei pm» con un discorso di oltre un'ora. L'occasione è la convention al teatro nuovo di Milano per sostenere la candidatura di Letizia Moratti a sindaco. «Le accuse su cui si basano i miei processi e sostenute dalla cellula rossa dei pm sono assolutamente infondate». E prosegue: «Tutte le accuse sono infondate l'ho giurato sulla testa dei miei cinque figli e dei miei amatissimi nipoti». E ritorna a insistere sul «patto scellerato Fini-magistrati».

Affermazione che trova subito la replica a distanza del presidente della Camera.

Il discorso a Milano

Nel discorso a Milano il premier manda un avviso ai «naviganti delle Procure»: «la riforma della Giustizia la faremo anche se riusciranno a far fuori Berlusconi perchè avremo sempre la maggioranza al Governo e in Parlamento. Anche se ci scommetto che non riusciranno a farmi fuori». Ha inistito Silvio Berlusconi, dal palco del Teatro nuovo di Milano ribadendo la «ferma volontà» di condurre in porto la riforma della Giustizia, a dispetto dei magistrati, ovvero dei «signori che pensano di farmi fuori da 17 anni».

Il premier ha poi ricordato le 2565 udienze che sono «un record assoluto nella storia dell'uomo e dell'universo», per tornare a ribadire che «la riforma della giustizia è indispensabile». Nel ripercorrere i tanti processi a suo carico e gli altrettanti proscioglimenti e assoluzioni, Berlusconi ha sottolineato che «la grande maggioranza dei magistrati lavora con onestà», per poi riaffondare contro i «più di 1000 magistrati che si sono occupati» di lui e che avrebbero lavorato sul nulla: «non c'è un solo fatto sui cui ha lavorato questa cellula rossa della Procura che si avvicina alla realtà».

Quindi, il progetto: «dobbiamo separare i magistrati giudicanti dai procuratore, devono avere concorsi, carriere, uffici diversi. Se i pm vogliono parlare con il magistrato devono fissare un appuntamento, entrare col cappello in mano, dargli del 'leì come accade per gli avvocati della difesa.
Oggi, invece, i giudici sono soggetti per carriera al volere dei pm e della loro casta». Berlusconi è tornato a ripetere che «non è giusto che nella magistratura ci siano partiti politici».

Il test politico

I messaggi arrivati dalla convention non sono relativi solo alla giustizia. Le prossime amministrative «sono elezioni cittadine ma sono forse di più elezioni nazionali». «Il berlusconismo non è al tramonto, a Milano supereremo i 53 mila voti delle ultime elezioni». «Noi abbiamo introdotto una nuova moralità in politica che è quella di mantenere gli impegni assunti con gli elettori. Una nuova moralità della politica che non significa solo non rubare».

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