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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2011 alle ore 08:12.

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«Ecco il nostro piano per la crescita» (LaPresse)«Ecco il nostro piano per la crescita» (LaPresse)

Il piano per la crescita è in arrivo: verrà approvato entro 15 giorni e completato prima dell'estate. Si partirà con semplificazioni per le imprese e nuove regole per edilizia e grandi opere. Intervistato dal Sole 24 Ore, il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi respinge le critiche di chi sostiene che il rigore del Governo sui conti non è strutturale e annuncia: per la riforma del fisco manca solo la decisione politica.

Ministro Sacconi, sul piano della crescita economica il governo fa poco.
Non è vero. Abbiamo posto l'accento, dall'inizio della legislatura, sulla stabilità, sulla solidità finanziaria del paese, coniugata peraltro con la coesione sociale attraverso l'ingente mole di ammortizzatori sociali. E abbiamo ottenuto risultati strutturali importanti. Il punto ora è come conciliare la prosecuzione di questo percorso con una maggiore attitudine alla crescita e all'occupazione. Che comunque non può essere affidata alla spesa in disavanzo.

Ci sono riforme che si possono fare a costo quasi zero: liberalizzazioni, efficienza amministrativa, efficacia regolatoria, semplificazione fiscale.
Il Programma nazionale di riforma chiesto dall'Europa e presentato dal ministro Tremonti, frutto della collaborazione di tutto il governo, contiene interventi organici in funzione della crescita. Con due direttive principali: la grande riforma fiscale, da una parte, e una pervasiva revisione dell'impianto regolatorio dall'altra.

Se ne parla da tempo, quando saranno concretizzate?
Tutto il pacchetto sulle semplificazioni, la regolazione, il Mezzogiorno, le reti di impresa e le grandi opere sarà approvato entro l'inizio dell'estate. E una buona parte sarà anticipato già tra una quindicina di giorni. La riforma fiscale va intesa nell'arco della legislatura. Ed è già questo un buon motivo per la continuità dell'azione di governo oltre a quello della stabilità di finanza pubblica.

Vasto programma...
L'Italia ha sedimentato negli anni una politica fiscale e sociale disordinata, fatta non solo di erogazioni ma anche di diffuse e talora non razionali forme di detrazioni o di erosione della base imponibile che nel complesso sono state calcolate a 120 miliardi di euro. Serve un riordino complessivo per ridurre le aliquote. I tavoli presso il ministero dell'Economia hanno lavorato intensamente in questi mesi e posso dire che ormai i materiali per una decisione politica ci sono tutti. L'obiettivo è realizzare una società più attiva riconoscendo il valore della natalità - e quindi del nucleo familiare numeroso - del lavoro e della ricerca combinata con l'educazione.

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