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Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2011 alle ore 14:48.
L'ultima modifica è del 24 aprile 2011 alle ore 17:33.

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(Corbis)(Corbis)

di Luigi Zingales

Di recente ero a cena con una mia ex professoressa. Pur riconoscendo l'importanza degli incentivi (o proprio per questo) la deliziosa signora lanciava i suoi terribili strali contro Alessandro Profumo e la sua liquidazione multimilionaria, ricevuta in barba alle forti perdite subite dagli azionisti di UniCredit. Non potevo che annuire. Ma non mi sfuggì una certa ironia.

Un suo amatissimo parente è un famoso manager, che siede nel comitato remunerazione di altre imprese e ha contribuito a pagare liquidazioni multimilionarie. Di chi è colpa se alcuni manager sono strapagati: dei manager stessi o dei consiglieri di amministrazione che votano tali stipendi?

Certo, decenza e professionalità vorrebbero che un manager non chiedesse la luna. Ma in linea di principio il compenso annuale e la liquidazione dovrebbero essere decisi, in totale autonomia, dal consiglio di amministrazione, su proposta del comitato di remunerazione. Spesso i consiglieri, ansiosi di conquistarsi le benevolenze del management, offrono pacchetti estremamente generosi. Ci aspettiamo veramente che i manager dicano no, questo è troppo? Quanti di noi, in tutta onestà, farebbero altrettanto?

La responsabilità dei compensi eccessivi quindi non è dei manager, ma dei consiglieri di amministrazione che votano questi pacchetti. Ancora più la responsabilità è dei consiglieri che siedono nel comitato remunerazione. Sono loro che ricevono le informazioni tecniche sui livelli di mercato. E sono loro che hanno il compito di istruire la pratica e fare le proposte al Consiglio. Nella maggior parte dei casi queste proposte sono accettate in toto o modificate in maniera marginale. Sono loro i maggior responsabili.

La lista dello scandalo che ogni anno i giornali pubblicano, però, include solo il nome dei manager e i loro compensi. I nomi dei membri dei comitati di remunerazione sono sepolti nelle relazioni allegate al bilancio, ignorate dai più.

Per questo motivo, sul Sole 24 Ore vorrei dare inizio a una nuova tradizione: la pubblicazione, per trasparenza, dei nomi dei membri dei comitati remunerazione dei cinque manager più strapagati d'Italia. Si noti, non più pagati, ma più strapagati, perché pagare tanto il talento non è cosa di cui vergognarsi.

Per evitare personalismi, imporrò degli standard. Innanzitutto, per cominciare è necessario dividere tra compensi normali e liquidazioni. Le liquidazioni sono elevate e "una tantum" e quindi falsano la lista dei compensi. Per quanto riguarda i compensi annuali (fisso più bonus), dividerò tra presidenti non esecutivi, amministratori delegati, e quelli che i francesi chiamano "Pdg" (presidenti che sono anche amministratori delegati). Per entrare nella lista, il manager deve essere stato pagato di più che la mediana dei compensi tra le imprese europee della stessa classe dimensionale. La quinta palma andrà al comitato che ha pagato complessivamente di più in spregio della performance azionaria del titolo nell'anno precedente.

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