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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2011 alle ore 18:27.

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La Francia sui migranti: un problema che l'Italia li lasci passare. Martedì Berlusconi riceve Sarkozy (Ansa)La Francia sui migranti: un problema che l'Italia li lasci passare. Martedì Berlusconi riceve Sarkozy (Ansa)

Alla vigilia del vertice italo-francese in programma domani a Villa Madama, Henry Guaino, consigliere speciale del presidente Nicolas Sarkozy, torna a ribadire la posizione transalpina sull'emergenza immigrazione in una intervista al quotidiano Le Monde. Il fatto che l'Italia abbia lasciato passare i migranti, ammette il consigliere, «pone un problema. Infatti se lasci entrare (i migranti, ndr) senza consultarti, senza associarti con i tuoi partner, dopo non puoi mandare dal tuo vicino tutti quelli che hai lasciato entrare».

Le Monde: Italia e Francia mai così distanti
Una stilettata all'indirizzo del governo italiano, dunque, sebbene poi lo stesso Guaino cerca di ammorbidire i toni aggiungendo che «discuteremo tranquillamente e serenamente di questo». Ma le sue considerazioni agitano un po' la vigilia di un confronto che dovrà servire a riavvicinare i due paesi. Un summit, tradizionalmente programmato per fine anno, ma anticipato per superare le tensioni degli ultimi mesi. Non a caso sia Le Monde che Le Figaro, vicino alle posizioni del governo, non nascondono oggi tutte le difficoltà del faccia a faccia. «Raramente i due paesi sono apparsi così distanti», titola il primo. E il secondo parla apertamente dell'attuale «clima di ostilità» tra i due paesi. E sul suo sito ospita un sondaggio che la dice lunga sul seguito di cui gode la strategia di chiusura portata avanti dall'Eliseo: l'82% dei lettori si dice infatti favorevole alla possibilità di ristabilire dei controlli alle frontiere francesi.

Sul tavolo la revisione dell'accordo di Schengen
Insomma, tutto indica la chiara volontà di rivedere l'accordo di Schengen che domani sarà sul tavolo del vertice tra il premier Silvio Berlusconi (accompagnato dai ministri Tremonti, Frattini e Maroni) e dal presidente francese. Proprio l'immigrazione rappresenta infatti il nodo più difficile da sciogliere. Con l'Italia che, attraverso il titolare della Farnesina, ha fatto capire di voler promuovere una verifica dell'accordo di Schengen («servirebbe un tagliando», ha spiegato Frattini alcuni giorni fa), mentre la Francia, che pur condivide la necessità di rimettere mano a quelle regole, non è disposta a transigere rispetto alla linea ribadita in più occasioni: nessuna volontà di stravolgere il trattato e sì all'accoglienza dei migranti che oltrepassano le frontiere, ma solo se in possesso di un documento di riconoscimento, oltre al titolo di soggiorno temporaneo rilasciato dalle autorità italiane, e di risorse sufficienti per vivere in Francia e tornare in patria.

Obiettivo: una lettera congiunta a Bruxelles e politiche comuni
Le posizioni sulla carta non sono dunque vicine, ma l'obiettivo del summit è di riuscire a mettere da parte gli attriti per arrivare a una lettera congiunta, firmata dal premier e da Sarkozy, da inviare alle istituzioni europee sul tema dell'immigrazione in vista del Consiglio europeo del 24 giugno e una dichiarazione dei due governi sui principi comuni che devono ispirare la politica estera in Libia e verso il Mediterraneo. L'Italia ha già chiarito che intende sollecitare un aiuto concreto a favore dei paesi della sponda sud del Mediterraneo in cambio di una maggiore responsabilizzazione da parte dei governi in materia di immigrazione. Al summit di domani spetterà poi definire i particolari del pattugliamento congiuto aero-navale previsto dall'intesa siglata da Roberto Maroni e dal suo omologo transalpino Claude Gueant lo scorso 8 aprile a Milano. E bisognerà anche sciogliere un altro delicatissimo tassello: chiarire cioè quale sarà il ruolo dell'Italia nel programma di rimpatrio dei tunisini quando scadrà il permesso di soggiorno rilasciato dalle nostre autorità. La competenza è di Parigi, ma Maroni si è impegnato a fornire in ambito Ue il sostegno dell'Italia.

Al centro del summit anche economia e nucleare
Sul tavolo di domani non ci sarà però solo il dossier immigrazione. Berlusconi e Sarkozy dovranno infatti affrontare anche il nodo assai scivoloso delle mire espansionistiche dei francesi su alcuni gruppi italiani. La vicenda Parmalat, nelle mire del colosso Lactalis, sarà l'argomento più delicato del confronto e la cordata italiana, capitanata da Intesa Sanpaolo e da Cassa depositi e prestiti, confida nella moral suasion del governo. Che, dopo il decreto anti-scalate varato nei giorni scorsi, dovrà convincere il colosso del latte transalpino a mollare la presa sul gruppo di Collecchio. Al centro dei colloqui ci saranno anche gli screzi tra Edf e i soci italiani per il controllo di Edison. Proprio domani si riunirà l'assemblea degli azionisti del gruppo di Foro Buonaparte per il rinnovo del cda che vedrà l'uscita dell'ad Umberto Quadrino e la sua sostituzione con il francese Bruno Lescoeur. Senza contare che, entro il 15 settembre, dovrà essere chiusa la partita per il riassetto di Edison congelata dopo l'intervento del ministero dell'Economia. Altro tema, quello del nucleare: una partita per ora messa in stand by dal nostro governo e di cui Parigi è invece grande sostenitrice. E sempre domani dovrebbe giungere a soluzione un altro nodo: quello per la successione a Jean-Claude Trichet alla guida della Bce. Il presidente Sarkozy potrebbe infatti rendere pubblico, proprio in occasione del vertice di Villa Madama, il suo endorsement a favore di Mario Draghi, governatore di Bankitalia.

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