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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 09:40.

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Gheddafi si dichiara pronto a un negoziato con la Nato per la fine dei raid aereiGheddafi si dichiara pronto a un negoziato con la Nato per la fine dei raid aerei

Tra noi e l'Italia ora «è guerra aperta»: l'Italia «ha ucciso i nostri figli nel 1911, all'epoca della colonizzazione, e ora lo fa di nuovo nel 2011». È uno dei passaggi del discorso di stamani del leader libico Muammar Gheddafi alla tv di Stato nel quale ha denunciato la decisione del governo Berlusconi di dare il via libera ai raid italiani sulla Libia, in occasione della celebrazione del 96/o anniversario della battaglia di Gardabiya contro gli italiani.

«La guerra sarà traferita in Italia - ha aggiunto -: lo vogliono i libici e io non posso porre veto. Il mio amico Silvio Berlusconi ha commesso un crimine autorizzando i bombardamenti italiani sulla Libia, l'ha commesso il Parlamento italiano. Ma ci rendiamo conto che non esiste un Parlamento in Italia, nè tanto meno la democrazia. Solo l'amico popolo italiano vuole la pace».

l leader libico si è detto pronto a negoziare con i Paesi della Nato per mettere fine agli attacchi aerei sulla Libia. «Noi non li abbiamo attaccati nè abbiamo sconfinato ... perchè ci stanno attaccando? Trattiamo, siamo pronti a trattare con i Paesi che ci attaccano. Trattiamo», ha detto il colonnello in un discorso alla nazione trasmesso questa mattina dalla televisione di Stato e riportato da al Jazeera.

Il colonnello ha quindi aggiunto che il regime libico è pronto a negoziare anche se è il petrolio quello a cui puntano i Paesi della coalizione; se invece i paesi dell'Alleanza atlantica non intendono trattare, allora il popolo libico combatterà fino alla morte per contrastare gli attacchi «terroristici». «O libertà o morte - ha sottolineato Gheddafi - nessuna resa. Nessun timore. Nessuna fuga».

Il leader libico ha quindi accusato la Nato di andare oltre il mandato dell'Onu, invitando quindi Russia, Cina e i paesi amici in Africa e in America Latina a fare pressioni sul Consiglio di sicurezza Onu per rivedere la risoluzione.

La risposta della Nato non si è fatta attendere. «Servono fatti non parole». Così la Nato ha risposto al colonnello Gheddafi e allasua offerta di una trattativa e di un cessate il fuoco. «La Nato - ha detto un funzionario da Bruxelles - continuerà le sue operazioni finchè attacchi e minacce contro la popolazione civile non cesseranno, finchè tutte le forze armate di Gheddafi non saranno tornate alla base e finchè non si stabilirà un accesso umanitario pieno, sicuro per tutti coloro che hanno bisogno di assistenza. Il regime - ha aggiunto - ha annunciato il cessate il fuoco già diverse volte, ma ha poi continuato ad attaccare le città e la popolazione civile. Per quel che ci riguarda, ogni cessate il fuoco deve essere credibile e verificabile». Il funzionario della Nato non ha poi voluto rilasciare alcun commento sulla possibilità di negoziati tra il regime libico e l'alleanza.

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