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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 20:24.

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Libia, ecco la mozione che la Lega presenterà alla Camera. Berlusconi: «Contributo costruttivo»Libia, ecco la mozione che la Lega presenterà alla Camera. Berlusconi: «Contributo costruttivo»

Diplomazie al lavoro, tra Pdl e Lega. Dopo gli strappi e la plateale presa di distanza di Umberto Bossi dall'impegno assunto per l'Italia da Silvio Berlusconi a colpire obiettivi militari in Libia, pace potrebbe essere fatta attraverso un voto in Parlamento. Almeno, è questo l'obiettivo cui si lavora in queste ore: una mozione che parta dai sei paletti fissati dalla Lega, con alcuni aggiustamenti da parte del Pdl. Il via libera alla mediazione arriva dallo stesso Berlusconi, che definisce quello di Bossi un «contributo costruttivo e pragmatico».

La «mozione della Lega per far chiarezza» compare come annunciato sulla prima pagina di oggi de "la Padania", pronta per essere presentata alla Camera. Sei gli impegni dettati al governo: due sul fronte immigrazione, anche considerata la bocciatura del reato di clandestinità da parte dell'Ue, quattro sull'intervento militare (iniziativa diplomatica per la pace, no ad azioni di terra, l'indicazione di «un termine temporale certo» per le azioni dei caccia, niente nuove tasse per finanziare la missione).

Si tratta di «un contributo costruttivo e pragmatico per trovare la soluzione al dibattito in corso tra le forze politiche sulla vicenda libica», dice Berlusconi, in una stringata nota di palazzo Chigi. Ed è il segnale più chiaro che le diplomazie sono al lavoro. Bisogna fare in fretta, del resto, dal momento che martedì sono in calendario alla Camera le mozioni sulla Libia. E l'intervento del premier aiuta a sgombrare la strada, anche se slitta ancora l'incontro chiarificatore con Bossi, che arriverà non prima di martedì.

Ad ogni modo, dalla maggioranza si dicono convinti che l'esito possa essere positivo. La mozione della Lega appare fin da subito, infatti, meno tranchant di quanto ci si potesse attendere. Certo, crea qualche difficoltà la richiesta di fissare un termine alla missione libica, per l'esigenza di non venir meno all'impegno internazionale. E dal fronte pidiellino si cerca anche di ammorbidire la linea sulla questione dei costi della missione. Del resto «tre mesi, tutto compreso, costano 150 milioni di euro: la metà del costo per rimborsare le quote latte», dice il sottosegretario Guido Crosetto, che aggiunge: «c'è un limite a misurare tutto con il denaro».
Intanto, il testo preparato da Bossi raccoglie il plauso dei 'Responsabilì, che dell'intervento in Libia non si sono mai mostrati entusiasti: «Siamo pronti a non presentare la nostra mozione e a sottoscrivere quella della Lega», dice il capogruppo Luciano Sardelli.

Mentre l'opposizione rispedisce al mittente l'invito che arriva da Calderoli a convergere tutti, anche le forze del centrosinistra, sulla mozione targata Carroccio. Proprio mentre si cercano di mettere in risalto le divisioni interne alla maggioranza, infatti, non si vuole cadere nella trappola di darle una mano. Sarebbe «assurdo» per Antonio Di Pietro (Idv). E Dario Franceschini (Pd) proclama: «Non ci faremo coinvolgere dai giochetti della Lega». Mentre Lorenzo Cesa (Udc) spiega che in realtà il Carroccio ha già rinunciato ai suoi «sacri principi» in cambio di qualche posto in più nel governo.

Comunque, al di là del muro rispetto alla maggioranza, l'opposizione resta divisa sull'intervento in Libia. Contro l'Idv, a favore Terzo polo e anche il Pd. Ma al partito di Bersani l'Idv, con Massimo Donadi, pone un dilemma: «Meglio bombardare in Libia o mandare a casa Berlusconi?».

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