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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2011 alle ore 10:37.

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Frattini a Usa: Italia conferma suo impegno. Clinton: lotta al terrorismo non finisce con la morte di Bin Laden. Nella foto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, riceve a Roma il Segretario di Stato americano Hillary Clinton (Epa)Frattini a Usa: Italia conferma suo impegno. Clinton: lotta al terrorismo non finisce con la morte di Bin Laden. Nella foto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, riceve a Roma il Segretario di Stato americano Hillary Clinton (Epa)

Uno: la conferma, da parte italiana, che il nostro impegno proseguirà in tutte le missioni internazionali, Libia inclusa. Due: l'annuncio del capo della diplomazia americana, Hillary Clinton che la lotta al terrorismo non finisce con la morte di Osama Bin Laden. E subito dopo un messaggio chiarissimo al Pakistan: «È un partner importante con cui non sempre però il rapporto è facile». Comincia così la conferenza stampa congiunta Italia-Usa al termine del bilaterale tra il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il segreterario di Stato Usa. Che avvertono la Siria annunciando nuove sanzioni (gli Usa le hanno già fissate, l'Unione europea si prepara ad adottarle). «Dobbiamo moltiplicare le azioni politiche e gli appelli - spiega Frattini - per sensibilizzare il Governo siriano per cessare le violenze e cercare di riprendere un percorso di dialogo».

Italia: confermiamo il nostro impegno, anche in Libia
Al sottosegretario Usa Frattini ribadisce innanzitutto l'impegno italiano nelle missioni internazionali. Un chiarimento indispensabile vista la richiesta della Lega, fatta propria nella mozione sulla Libia approvata ieri dalla Camera, di fissare una dead line alla nostra partecipazione ai raid mirati. Frattini, però, assicura.«Confermiamo il nostro impegno in tutte le missioni internazionali» e certamente «anche per quella in Libia». «Con Hilary - aggiunge il ministro - abbiamo parlato dell'importanza di trovare una soluzione politica» in Libia. Una matassa intricata vista la resistenza del colonnello Gheddafi e sulla quale sarà chiamato a esprimersi quel gruppo di contatto, la cui riunione segue oggi a stretto giro il bilaterale tra Italia- Usa.

Più pressioni sulla Siria per far cessare le violenze
Dalla Clinton arriva quindi il ringraziamento per lo sforzo italiano sui diversi fronti di conflitto e l'impegno congiunto a moltiplicare il pressing sulla Siria perché cessino le violenze sui civili. «Devono moltiplicarsi le azioni politiche e gli appelli per sensibilizzare il governo siriano a cessare le violenze e riprendere il percorso di dialogo con chi chiede riforme, come Assad aveva promesso e non mantenuti». Dobbiamo dimostrare, gli fa eco la Clinton, «al Governo siriano che ci sono delle conseguenze per questi attacchi brutali».

Il sottosegretario Usa: la sfida al terrore non è finita
Ma il tema che tiene banco nella conferenza stampa è naturalmente l'uccisione dello sceicco del terrore. È la prima uscita del sottosegretario Usa dopo la morte di Bin Laden e la Clinton ci tiene innanzitutto a ribadire che la sfida al terrore non è finita con la scomparsa del ricercato numero uno. «La morte di Osama bin Laden ha mandato un messaggio incontrovertibile» al mondo, ma «la guerra contro Al Qaida non finisce con questa uccisione». Secondo Clinton bisogna «raddoppiare i nostri sforzi non solo in Pakistan e in Afghanistan ma in tutto il mondo». E tutti i terroristi, ha aggiunto, «saranno assicurati alla giustizia».

Clinton: obiettivo è ritiro dall'Afghanistan entro il 2014
Quindi il sottosegretario torna sulla dinamica dell'uccisione ma chiarisce subito che l'operazione «è stato condotta con i massimi standard professionali». Parole risolute per spazzare via le polemiche che hanno seguito l'annuncio della morte di Bin Laden. «Sono stati i 38 minuti più intensi della mia vita», prosegue Clinton che precisa poi di non voler fornire alcun dettaglio sull'episodio. Una cosa, però, il sottosegretario la rimarca con forza: l'obiettivo, dice, «è che entro il 2014 l'Afghanistan si difenda da solo. Sappiamo che la morte di Bin Laden avrà un profondo impatto nel paese. Il nostro obiettivo è raggiungere una soluzione politica».

Libia: dagli Stati Uniti assistenza "no lethal" al Cnt
La stessa che auspica rispetto all'altro delicatissimo fronte, quello libico. «Questo pomeriggio annuncerò», prosegue Clinton, il via alla «nostra assistenza, chiamata "no lethal"», a favore del Consiglio Nazionale Transitorio (Cnt) di Bengasi. Oggi, nel corso della riunione del gruppo di contatto sulla crisi libica, «parleremo dei meccanismi di assistenza» a favore dei insorti libici , ha aggiunto la Clinton, sottolineando che, questo pomeriggio, annuncerà formalmente anche un programma di «assistenza finanziaria» nei confronti del Cnt.

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