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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2011 alle ore 10:53.

Sulla fine delle operazioni militari in Libia «ci sono ipotesi realistiche che parlano di 3/4 settimane». A dirlo è il ministro degli Esteri, Franco Frattini, oggi a Palermo per un convegnoi del Ppe, sottolineando che «ipotesi ottimistiche dicono invece pochi giorni». In ogni caso ha ricordato il ministro Frattini «bisogna intensificare la pressione» sul regime di Gheddafi «per far partire l'iniziativa politica». «Questo - ha rilevato - è stato l'esito della riunione del gruppo di contatto che si è tenuta ieri a Roma».
Si lavora sull'espulsione immediata
Per Frattini l'espulsione immediata è la miglior soluzione. «La Lega ha posto un problema serio - ha detto il ministro - il reato di clandestinità non è stato cassato dalla Corte. Chi commette un reato non può girare liberamente, ma in carcere ha detto la Corte non si può tenere. Credo che delle modifiche a seguito delle sentenza vadano introdotte e l'espellibilità immediata è forse la soluzione migliore».
È in atto una inarrestabile primavera del Mediterraneo
È in atto, ha detto il ministro una inarrestabile "primavera del Mediterraneo", «anche noi dobbiamo cambiare il modo di guardare alla sicurezza. un modo che, per il bacino del Mediterraneo, é sempre stato maggiormente la lotta al terrorismo che le esigenze di far crescere democrazia e libertà. quello che invece chiedono i giovani che stanno pagando con la vita questo tipo di richiesta». Per il ministro degli Esteri bisogna «sostenere con convinzione la rivoluzione del mondo arabo, una rivoluzione dove non si sono bruciate bandiere israeliane, nè bandiere americane».
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No ad allarmismi sul terrorismo, ma guardia alta
«Non bisogna fare allarmismi» su minacce terroristiche che possano colpire il nostro Paese come risposta all'uccisione di Bin Laden, ha sottolineato il ministro degli esteri, ma «questo non vuol dire essere imprudenti». È stato giusto, per Frattini, il provvedimento del ministro dell'Interno Maroni di alzare il livello di allerta. La caduta di Bin Laden, sottolinea il ministro, non è «la fine del terrorismo. Bisogna tenere alta la guardia su cellule che potrebbero tornare a colpire, è comunque la prevenzione italiana ha portato finora a risultati importanti».
Sull'immigrazione l'Italia è meno sola
Sull'immigrazione adesso «l'Italia è sicuramente meno sola» in Europa, ha sottolineato Frattini, ricordando che «i prossimi Consigli» adotteranno il documento della Commissione europea che «risponde esattamente alle richieste dell'Italia». A margine del convegno Frattini ha detto che «avremmo voluto una Europa in prima linea, una Europa più veloce nell'affrontare gli eventi, invece è stata più lenta, e ha fatto sì che reagissero a questi eventi soltanto noi a livello nazionale». Adesso «è il momento di recuperare il terreno perduto - ha proseguito Frattini - in tempi rapidissimi. Anche ricorrendo a strumenti che oggi, paradossalmente, sono meno utilizzati di ieri. Quando facevo parte della Commissione europea e mi occupavo anche di immigrazione Frontex riuscì a mobilitare 11 Paesi, oggi sono solo due».
Italia e Malta sull'immigrazione hanno interessi comuni
«Italia e Malta hanno interessi comuni su l'immigrazione e non si divideranno», ha sottolineato il Frattini rispondendo a una domanda sul mancato soccorso nei giorni scorsi da parte delle autorità maltesi di un barcone di clandestini. Frattini ha ricordato che in quella occasione l'Italia ha «inoltrato protesta formale con Malta perchè quel barcone si trovava nello spazio marittimo maltese» ma in ogni caso tra i due paesi ci sono «interessi comuni».
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