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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2011 alle ore 18:55.

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Non saranno in Mille come quelli di Garibaldi, ma sempre un bel numero: 207 partenti da Torino per arrivare fino a Milano toccando 17 regioni. Dal Piemonte alla Sicilia, dalla Sicilia alla Lombardia toccando molti "santuari" risorgimentali e ciclistici.

Il Giro del 150esimo, tra inni, squilli di fanfare e canti degli alpini, si avvia finalmente al primo ciak con la cronosquadre (19,3 km) che dalla reggia di Venaria Reale arriva a Torino. Un percorso piatto, a partire dalle 15 di sabato, come una sogliola da fare tutto di un fiato. Vince la squadra più sincronizzata che conta su dei buoni passisti. In pole position la Sky, ma anche la Saxo Bank di sua maestà Alberto Contador, il superfavorito del Giro. Chi parte bene è a metà dell'opera, ma lo spagnolo ha già dichiarato che indossare subito la maglia rosa non è una priorità. Dice anche che il favorito in assoluto è il nostro Nibali, ma qui siamo a una palese pretattica depistante.

Tornando alla cronosquadre, per Vincenzo Nibali e Michele Scarponi,è importante contenere i danni. Né la Liquigas né la Lampre sono due squadroni da prove contro il tempo. Meglio quindi, alla partenza, portare a casa un sano pareggio.

Eccoci qua, allora. Ma con una maglia rosa che non c'è. Quella di Ivan Basso, ultimo vincitore del Giro, che quest'anno dà forfait per scelta strategica: quella del Tour de France. Sapendo che non avrebbe potuto essere competitivo su entrambi i fronti, Ivan va a Parigi per prendere l'ultimo metrò. Avviato ai 34 anni, o è così o è così. La maglia gialla è un obiettivo troppo ghiotto per non provarci. Il rischio però è quello di perdere una e l'altra, la gialla e la rosa. Ma nella vita bisogna anche saper fare delle scelte, e Ivan comunque l'ha fatta. E non certo di Basso profilo.

Detto di Basso, per toglierci il dente, restano altre due zone d'ombra, o tarli, che possono rodere il Giro e guastar la festa. Il primo, che poi è legato al secondo, è proprio quello di Contador. Vincitore di tre Tour de France, di una Vuelta e anche di un Giro d'Italia (nel 2008), lo spagnolo arriva come un matador pronto a infilzare tutti i torelli che lo caricano.

È il campione dei campioni. Ma c'è un però. Che Contador arriva a Torino con una corda che gli pende sul collo. Quella di una squalifica subito dopo il Giro. Come sapete lo spagnolo, assolto dalla giustizia sportiva di Madrid per la vicenda del clenbuterolo, rischia lo stop quando sul suo caso arriverà il giudizio definitivo del Tas, la Cassazione internazionale dello sport.

E se il giudizio fosse col pollice verso, Contador, nel caso vincesse il Giro, diventerebbe una maglia rosa fasulla. Un altro grande leader che viene depennato dall'albo d'oro di una corsa a tappe importante. Chiaro che l'organizzazione del Giro deve fare buon viso a (possibile) cattiva sorte. Però la zona d'ombra resta nonostante le pragmatiche dichiarazioni del patron del Giro Angelo Zomegnan: «Contador è in regola, ed è un campione che porta lustro alla corsa. Quello che succederà dopo, viene appunto dopo. Quello che mi auguro è che questo sia il giro dell'onestà e della trasparenza. Su questo non facciamo sconti a nessuno. Chi è indagato per questioni di doping , lo abbiamo lasciato a casa senza senza ripensamenti».

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