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Questo articolo è stato pubblicato il 07 maggio 2011 alle ore 19:53.

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Il sequestro della nave Rosalia D'Amato pochi giorni prima di Pasqua, e prima ancora della petroliera Savina Caylyn in mano ai pirati dall'8 febbraio scorso, sembrano aver accelerato una decisione che gli armatori attendevano da tempo. Entro fine maggio un decreto di legge governativo, o una nuova proposta di legge bipartisan, sancirà la possibilità di imbarcare uomini armati. Il via libera è arrivato nel pomeriggio del 4 maggio, nel corso di una riunione a Montecitorio, alla presenza del sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga, di parlamentari di maggioranza e opposizione e dei rappresentanti di Esercito e Marina.

Quest'ultima metterà a disposizione degli armatori alcuni team di militari, dotati di armamenti adeguati ad affrontare gli attacchi dei pirati. Un'opzione che solo due mesi or sono aveva visto la netta opposizione del Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non intenzionato a porre ei militari sotto il comando di un comandante civile.
La decisione è considerata urgente dagli armatori specie dopo che il 5 maggio è fallito il tentativo dei pirati di sequestrare una terza nave italiana in navigazione nel Golfo di Aden.
Come riferisce la Marina la nave 'Ital Glamour' è stata presa di mira da quattro pirati armati a bordo di un'imbarcazione.

Nel corso dell'attacco «sono stati esplosi da parte dei pirati vari colpi di armi da fuoco ed alcune granate, una delle quali è rimasta inesplosa a bordo». In soccorso del mercantile italiano è intervenuta la Fregata Espero della Marina, impegnata da febbraio nell'Oceano Indiano nell'ambito dell'operazione antipirateria 'Atalanta' dell'Unione Europea. La 'Ital Glamour' è riuscita a eludere il tentativo di abbordaggio da parte dei pirati grazie ad una serie di cambi di rotta e manovre evasive. La Fregata Espero si è diretta alla massima velocità verso la posizione del mercantile italiano per effettuare una ricognizione a bordo, prestare assistenza all'equipaggio e bonificare le granate inesplose. Il team, composto da palombari specializzati della Marina Militare, è stato quindi trasferito a bordo del mercantile ed ha proceduto alla neutralizzazione dell'ordigno inesploso.

Soltanto nei primi tre mesi del 2011 gli attacchi dei pirati in tutto il mondo sono stati ben 142, 97 dei quali al largo della Somalia, con una crescita del 35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il massimo storico, secondo l'International Maritime Bureau (Imb) della Camera di Commercio Internazionale (Icc). Una vera e propria «emergenza», come l'ha definita il presidente di Confitarma, l'associazione degli armatori, Paolo D'Amico, che ha investito anche l'Italia. Ben quattro i sequestri dall'inizio dell'anno: la nave cisterna 'Dominia' al largo della Nigeria nel mese di gennaio, la petroliera Savina Caylyn a febbraio, e ad aprile la 'Alessandra Bottiglieri' e la motonave Rosalia D'Amato. Contro la recrudescenza degli attacchi, Governo, Parlamento ed Esercito hanno detto si ai militari o ai contractor sulle navi. Alcuni team di militari saranno a disposizione degli armatori, che potranno assoldare in alternativa contractor, cioè guardie armate private. L'imbarco, secondo quanto si apprende, sarà a spese degli armatori. «Una buona notizia per l'armamento italiano», commenta D'Amico, che ringrazia il ministro La Russa e auspica tempi «veramente brevi» per l'approvazione del provvedimento che consentirà di difendere meglio gli equipaggi e le merci a bordo delle navi. Ogni giorno, del resto, sono quattro le navi mercantili italiane che transitano nell'Oceano Indiano, zona calda della pirateria, che al 31 marzo risulta avere nelle mani ancora 596 marinai e ben 28 navi.

Un'attività che nel 2010 ha fruttato ai pirati somali riscatti per circa 238 milioni di dollari secondo un Report elaborato dalla società bresciana specializzata in analisi dei rischi Dual Risk Management. L'anno scorso ogni pirata somalo si è messo in tasca 79 mila dollari l'anno, 150 volte il reddito medio annuo procapite della Somalia che è di 500 dollari l'anno. Nel 2011 i pirati hanno sequestrato 18 navi, catturando più di 340 ostaggi; durante gli attacchi o in momenti successivi 7 membri degli equipaggi sono morti e 34 sono rimasti feriti. Negli ultimi cinque anni le richieste di riscatto dei pirati somali sono aumentato trentasei volte: da una media di 150mila dollari nel 2005 a 5,4 milioni dollari nel 2010. Il più grande pagamento di un riscatto ufficialmente noto è stato quello per la petroliera sudcoreana 'Samho Dream', per la quale sono stati pagati 9,5 milioni di dollari nel novembre del 2010.

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