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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2011 alle ore 22:03.

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Avviso di Umberto Bossi all'alleato. «Diciamo la verità, la Lega ha quasi in mano il Paese: Berlusconi può fare, ma deve avere l'accordo della Lega». In piena campagna elettorale il Senatur lancia così un messaggio chiarissimo a Silvio Berlusconi. E, mentre il premier e il Pdl rilanciano il progetto di una commissione d'inchiesta sulle toghe, con tanto di ddl già depositato alla Camera da febbraio, il leader della Lega marca la distanza anche su questo tassello. «Commissione d'inchiesta? Non rispondo, non so che cosa sia», taglia corto il ministro delle Riforme. Che, sui magistrati e sui ripetuti affondi del premier contro i pm, ribadisce quanto aveva già detto ieri. «Io non parlo di magistrati perché ce n'è qualcuno stronzo ma uno non può dire che siano tutti stronzi. Qualcuno farebbe bene sicuramente a fare un altro mestiere, però, insomma».

Asse con Colle? Io modero ma Berlusconi è alleato
Poi il Senatur bolla come «stronzate» le notizie di stampa circa un presunto asse tra il Carroccio e il Quirinale dopo le scuse rivolte al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sulla questione rimpasto di governo. «Non c'entra niente, io posso trattare con lui, moderare, ma Berlusconi è Berlusconi, è il mio alleato e l'altro è il presidente della Repubblica che firma le leggi».

Bossi: esecutivo tecnico? Non siamo mica scemi
Il leader della Lega stoppa inoltre le illazioni su un possibile governo tecnico che potrebbe nascere all'indomani delle amministrative se il Pdl dovesse perdere la piazza di Milano. «Non siamo mica scemi. Un governo tecnico ci fa arrivare tutti i clandestini del mondo». Dunque, nessuna manovra alle spalle di Silvio ma Bossi ci tiene a chiarire, tra il serio e il faceto, che la Lega dirà la sua anche sulla successione al Cavaliere. «L'altro giorno ho detto a Berlusconi: che cosa continui ad annunciare che ti ritiri? Mi hai sempre detto che ti ritiri quando mi ritiro io. Mandi avanti Tremonti. Ma Tremonti bisogna vedere se la Lega te lo presta». Su Gianfranco Fini, invece, il Senatur è tranchant. «È uno stronzo. L'importante è che noi prendiamo i voti e lui no», aggiunge in risposta a chi gli chiede un commento sulle parole del leader di Fli che oggi ha escluso l'ascesa di Berlusconi al Quirinale.

Il Senatur: il premier pronto a ridurre partecipazione a missioni
Bossi si dice quindi certo che il governo, come chiesto dal Carroccio, comincerà a ridurre la partecipazione italiana alle missioni internazionali. «Fino all'altro giorno c'era qui la Clinton. È andato anche mio figlio all'incontro - ha detto Bossi - Non so bene che cosa si sono detti. So che Berlusconi ha cominciato a dire che bisogna ridurre un po' la partecipazione allle missioni Questo è positivo perché costano moltissimo».

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