Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 08:56.

My24
Bombe Nato su Tripoli, gli insorti avanzano. Riappaiono i missili scud di Gheddafi (AP Photo/Darko Bandic)Bombe Nato su Tripoli, gli insorti avanzano. Riappaiono i missili scud di Gheddafi (AP Photo/Darko Bandic)

Dal 31 marzo, quando la Nato ha assunto il comando delle operazioni sulla Libia, i jet alleati hanno effettuato oltre 5.300 sortite aeree delle quali circa la metà in missioni di attacco anche se, come rileva il comando Nato, non in tutte sono state sganciate bombe o missili. Sul fronte terrestre i ribelli hanno annunciato di aver ucciso ieri 57 militari lealisti distruggendo 17 veicoli nel settore tra Agedabia e Brega dove sono stati registrati attacchi aerei alleati contro le brigate del raìs guidate, secondo gli insorti, dal figlio di Gheddafi, Moatassem. La France Presse ha confermato che i ribelli sono avanzati di una quindicina di chilometri a ovest di Misurata, erigendo barricate e avvicinandosi a Zliten, città di 200.000 abitanti a 40 chilometri da Tripoli.

"Dopo il bombardamento notturno della Nato, noi abbiamo inviato un gruppo di 70 uomini a esplorare il terreno e a scovare i franchi tiratori - ha detto un portavoce dei ribelli" Haitham al-Lebeidi, a proposito della presa di Bourgueya. "Ma i soldati e i miliziani lealisti sono fuggiti senza fare resistenza e ci hanno sparato da lontano con le armi pesanti".
La tv di stato libica, citando un portavoce militare, ha detto che navi da guerra della Nato hanno bombardato "obiettivi militari e civili" a Misurata e Zliten. La tv Jamahiriya ha detto che gli attacchi hanno causato diverse vittime e alcuni danni, ma non ha dato ulteriori dettagli.

La notte scorsa si sono registrati anche violenti bombardamenti aerei su Tripoli nei pressi della sede della televisione di Stato e dell'agenzia di stampa ufficiale Jana. Diversi velivoli hanno lanciato otto raid in circa tre ore, in un attacco insolitamente violento contro la capitale libica. Quattro esplosioni hanno scosso la città poco dopo le 2 locali, facendo tremare le finestre dell'albergo dove risiedono i giornalisti, seguite poco dopo da altre due deflagrazioni. Fonti libiche hanno riferito che quattro bambini sono rimasti feriti dai vetri andati in frantumi nei violenti bombardamenti.
Il responsabile delle operazioni umanitarie dell'Onu, Valerie Amos ha riferito ieri davanti al Consiglio di sicurezza, che il conflitto ha determinato la fuga dalla Libia di quasi 750.000 le persone.

In città, a partire dalle 2 del mattino, si sono susseguire come minimo otto violentissime esplosioni e, stando a testimoni oculari, «la direzione da cui proveniva almeno una di esse indica che è stato preso di mira anche il complesso di Muammar Gheddafi», vale a dire la residenza-bunker del colonnello a Bab al-Aziziya. Sarebbero state colpite inoltre le sedi della televisione di regime 'al-Jamahiriyah' e dell'agenzia di stampa ufficiale 'Janà, come pure una torre per le telecomunicazioni. In numerose zone sono risuonate le sirene di allarme, a tratti seguite da raffiche di armi automatiche indirizzate verso il cielo.

Amos ha sottolineato come "il conflitto, il crollo delle infrastrutture del paese e la mancanza di denaro e di benzina stanno causando gravi problemi alla popolazione libica". Amos non ha fornito un bilancio delle vittime del conflitto ma, secondo le sue stime, sono 746.000 le persone scappate dal Paese e 5.000 quelle bloccate alle frontiere con Egitto, Tunisia e Niger. Altre 58.000 persone sono sfollate in "centri spontanei" sorti nelle zone orientali del Paese. " Nella città di Misurata, sotto assedio da oltre due mesi, "alcuni non hanno più cibo, acqua e altri prodotti di prima necessità. Le strutture mediche hanno bisogno di essere rifornite e di personale qualificato". Secondo Amos, oltre 13.000 persone hanno lasciato la città, su una popolazione complessiva di 300.000. Ieri un nave di aiuti del Comitato internazionale della Croce Rossa è riuscita a portare a Misurata un carico di aiuti umanitari.

Shopping24

Dai nostri archivi