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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 17:49.

Pronunciato davanti a un migliaio di persone fra politici, funzionari del governo e imprenditori, il discorso di Andreas Andreadis, neo presidente dell'associazione delle aziende del turismo della Grecia (Sete), per la sua tagliente ironia sarebbe stato benissimo in una commedia di Aristofane: «Negli ultimi decenni l'immaginazione e la creatività dei partiti di governo è stata inesauribile nel cambiare i nomi ai ministeri e sostituire costantemente il loro personale politico», ha detto di fronte al premier George Papandreou, preoccupato dall'ennesimo taglio dei rating del suo Paese.
Ma è proprio dal turismo che la Grecia vuole provare a far ripartire la sua economia, che nel 2009 dal settore ha ricavato il 15,2% del suo Pil e il 18,5% dell'occupazione. L'obiettivo è riportare il Paese nella top ten delle destinazioni turistiche del mondo, per creare 360mila posti di lavoro entro il 2018, numero equivalente ai disoccupati nel 2008, e portare la quota del contributo al Pil al 20%, come si legge dell'ultimo report della Sete. Papandreou vuole far diventare l'associazione un "social partner" dell'Oke, il Comitato Economico e Sociale nazionale, che sta cercando di far uscire dalla sua nera crisi il Paese in cui il tasso di disoccupazione si è alzato fino al 15%, con punte record del 36,1% per i giovani sotto i 25 anni.
Proprio per loro il Governo, tramite il ministero del Lavoro e della Sicurezza Sociale, ha stanziato per quest'anno 5 milioni di euro: l'obiettivo è dare un lavoro e una paga minima a circa 900 giovani, che saranno occupati in attività cruciali per il turismo come la custodia dei siti archeologici (molti, soprattutto nelle aree più periferiche, sono stati chiusi), coinvolti in eventi culturali e impiegati per piantare alberi, sopratutto nelle zone devastate dagli incendi del 2005 e per questo uscite dai circuiti turistici. Per ridare fiato al settore, inoltre, quest'estate i prezzi dei traghetti saranno abbattuti di oltre il 10%, e grazie a una politica più liberale sui visti attuata già dall'anno scorso, Air China dall'11 maggio inaugurerà due voli settimanali da Pechino ad Atene, che in poco più di 13 ore porteranno sotto l'Acropoli masse di turisti cinesi, i più vivaci del momento sul pianeta.
Ma per il presidente Andreadis non è abbastanza: «La Grecia è un brand che ha bisogno di essere riposizionato», ha aggiunto al meeting. Al di là della terminolgia da marketing, l'obiettivo è attrarre dei turisti "a cinque stelle", che spendano e consumino molto di più di quelli che tradizionalmente la Grecia accoglie, sempre a caccia di sconti e offerte speciali. Papandreou è d'accordo, visto che ha detto che il Governo promuoverà investimenti per realizzare residenze turistiche di lusso, «ovviamente salvaguardando il nostro ambiente».
In realtà la strada del riposizionamento la Grecia l'ha intrapresa già da una decina di anni, con lo sviluppo di aree rivolte a una clientela danarosa, come quella di Elounda, sulla costa orientale di Creta, e con l'apertura di ricercati e inediti boutique hotel a Santorini, Mykonos e Zacinto, che di sconti ne fanno pochi. Anche nel Peloponneso, area rimasta finora un po' al di fuori dei circuiti più battuti, l'anno scorso è stato inaugurato l'ambizioso progetto di Costa Navarino, megaresort a cinque stelle a pochi km dalla piccola Pylos.
Intanto, i primi dati di aprile sono incoraggianti, visto che isole come Rodi e la stessa Zacinto hanno registrato un afflusso in crescita rispettivamente del 132 e del 200% rispetto allo stesso mese del 2010. L'estate è vicina, i cinesi sono pronti a stendersi sotto il sole antico del Mediterraneo. E forse, insieme ai tassi di occupazione degli hotel, cresceranno anche i rating.
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