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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2011 alle ore 13:51.

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Non bastavano i distinguo sulla giustizia e sui rapporti con il Quirinale. Ora il confronto tra Silvio Berlusconi e la Lega si trasferisce anche su un altro fronte: quello delle demolizioni delle case abusive in Campania. A far accendere il botta e risposta è l'annuncio fatto stamane dal premier nel corso di una intervista al Gr1. «Ho già pronto, e lo farò vedere ai cittadini di Napoli nel mio incontro di domani, un provvedimento che sospenderà gli abbattimenti delle case abusive. Questo ci permetterà di avere il tempo necessario per valutare serenamente il problema in vista di una definitiva soluzione».

Lo stop di Calderoli: Berlusconi dovrà parlarne con la Lega
Un annuncio di sanatoria che fa andare su tutte le furie il Carroccio che protesta vibratamente con il ministro Roberto Calderoli. «Sicuramente Berlusconi dovrà parlarne anche con la Lega». Personalmente, aggiunge, «indipendentemente da dove siano collocati gli immobili, sono contrario a fermare abbattimenti già disposti di costruzioni abusive, che tra l'altro non avrebbero neppure potuto essere sanate nei precedenti condoni edilizi». Secondo l'esponente della Lega «non possono esistere nel Paese zone franche per la legge perché la legge deve essere uguale per tutti». E anche il viceministro Roberto Castelli stoppa i progetti del Cavaliere. «La Lega non voterà la sanatoria sull'abusivismo».

Il Cavaliere rilancia la legge sulle intercettazioni
Ma il premier è un fiume in piena tra radio, tv e comizi elettorali. La mattinata comincia ai microfoni di Studio aperto. Il test delle amministrative è alle porte, ma il Cavaliere guarda già oltre: dopo il voto avanti tutta sulla riforma delle intercettazioni e del fisco. «Non è libero un paese nel quale il cittadino non ha l'assoluta certezza che le sue parole rimangano inviolabili». Così, in una intervista a Studio aperto, il premier rilancia sul riassetto delle intercettazioni telefoniche. «Vogliamo proporre - spiega - che si possano fare soltanto nelle indagini per reati gravi e insistiamo sul fatto che non possono venire portate come prove a processo, perché possono essere facilmente manipolate».

Io al Quirinale? Non ci penso affatto
Poi, passando al Gr1, smentisce una sua corsa al Quirinale. «Non ci penso affatto. Penso solo a governare, e soprattutto a impedire che la sinistra possa ritornare al potere». Quindi l'elenco delle tasse che l'opposizione è pronta a introdurre secondo il Cavaliere: dall'Ici al raddoppio dell'imposta sui rendimenti di Bot, Cct e azioni, fino a una patrimoniale sui beni delle famiglie italiane. E su quest'ultimo tassello Berlusconi ribadisce la sua posizione. «Fino a quando saremo al governo non ci sarà nessuna imposta patrimoniale».

Il Cavaliere: la gente vuole meno deputati e leggi più veloci
Nell'intervista a Studio aperto che apre la sua mattinata, Berlusconi pronuncia poche parole sulle intercettazioni. Che servono però a ribadire lo scarso entusiamo del Cavaliere per il compromesso legislativo che giace da mesi alla Camera,. Ma non è l'unico riferimento al fronte caldissimo della giustizia. «La gente vuole che ci sia un cambiamento nel modo in cui la si amministra in Italia - prosegue Berlusconi - e che lo Stato sia retto da un numero di parlamentari molto inferiore a quello attuale, con regolamenti che consentano di fare leggi in modo più veloce». Due battaglie che il Cavaliere ha preso a sponsorizzare a gran voce nelle ultime settimane di campagna elettorale.

Fisco: ora ginepraio di leggi, presto codice unico
Così come ripete a ogni pie' sospinto l'urgenza di una riforma del fisco. «Per la riforma tributaria non si può andare avanti con un ginepraio di leggi che risale a 40 anni fa - dice -. Abbiamo messo al lavoro quattro tavoli all'interno del ministero dell'Economia e stiamo preparando un unico codice di tutte le leggi fiscali, con l'abrogazione di tutte le leggi di più difficile interpretazione». Neanche i fiscalisti, chiosa il Cavaliere, «sanno cosa consigliare ai propri clienti».

«Non penso al Colle»
«Io non penso affatto di andare al Quirinale. Penso a governare, ma soprattutto ad impedire che la sinistra possa ritornare al governo perchè conosciamo ciò che ha fatto negli anni». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, nel corso di un'anticipazione dell'intervista al Gr1 che andrà in onda alle 19 risponde a chi gli chiede se in futuro voglia andare al Colle. (Ce. Do.)

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