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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2011 alle ore 14:56.

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Il manager AlexFerguson del Manchester UnitedIl manager AlexFerguson del Manchester United

Chiude le saracinesche il campionato italiano. E fanno lo stesso anche in Spagna, Inghilterra e Germania. Tra sorrisi e mugugni, la classifica finale racconta il percorso stagionale delle squadre impegnate nei tornei più importanti del continente.

Fanno festa Manchester United, Barcellona e Borussia Dortmund, che arrivano davanti a tutti sbaragliando la concorrenza che meglio non si potrebbe. A loro, per loro, titolo nazionale e tanta gloria. Ma brindano al domani anche i club che hanno guadagnato il pass diretto per la Champions League, che va bene il torneo di casa, ma l'Europa è un'altra cosa, porta denaro e prestigio, quando arriva è un piacere che fa bene al cuore e al portafogli.

Sir Alex Ferguson è così abituato a vincere che ormai non si scompone più. Il suo Manchester United è arrivato ancora una volta al traguardo prima di tutti gli altri. Per la dodicesima volta negli ultimi vent'anni, la Premier League si tinge di rosso Red Devils: se non è un dominio, poco ci manca. Nove punti di distacco dal Chelsea di Ancelotti e dal City di Mancini, dodici dall'Arsenal, la truppa di Ferguson si rinnova ogni anno per rilanciare la sfida. Che vince puntualmente, per la noia degli inseguitori che vorrebbero invertire la tendenza e cominciare a divertirsi. La rosa dei campioni d'Inghilterra è di quelle che non si dimenticano. Alcuni nomi su tutti: Rooney, Berbatov, Hernandez, Nani, Giggs, Carrick, Vidic, Evra, Rio Ferdinand. Berbatov divide con Tevez la classifica dei capocannonieri. Venti gol, tutti su azione. Il bulgaro ritrova lo smalto dei vecchi tempi e passeggia sulle rovine delle squadre che incontra. Ancelotti contava su Torres, che però si è perso tra le vetrine di Londra. Doveva essere l'uomo della Provvidenza, è stato la disgrazia che non ti aspetti. Succede.

I verdetti della Premier League: Manchester United, Chelsea e Manchester City volano dirette in Champions, Arsenal ai preliminari. Che se sbaglia, fanno scendere di un gradino, in Europa League. Qualificate per il trofeo di consolazione Tottenham, Stoke City (13° in campionato) e Birmingham City, che ottiene il tagliando pur retrocedendo in Championship. È il calcio inglese, sorprese come queste non mancano mai.

È cosa nota, la Liga è quasi sempre una questione privata tra Barcellona e Real Madrid. Che si azzannano tutti gli anni per spuntarla a fine stagione e regalare gioia ai propri tifosi e tanta amarezza ai cugini. Quest'anno l'ha spuntata il Barca di Guardiola, che porta a casa il terzo titolo consecutivo. Il Real di Mourinho digerisce a fatica. Quattro punti di distacco sono poca roba, ma gli investimenti milionari dei blancos pretendono soddisfazioni diverse. Certo, oltre ai primi della classe, c'è poca. Quasi nulla se si pensa che il Valencia terzo in classifica è distante ventuno punti dal Real.

Messi contro Cristiano Ronaldo, Villa, Pedro e Iniesta contro Benzema, Higuain e Kakà. Fuoriclasse a confronto nella sfida che fa grande il calcio spagnolo in tutto il mondo. Barcellona e Real Madrid giocano facile in Spagna per preparare al meglio le scorribande europee. Che spesso le vedono tra le protagoniste più accreditate per la vittoria finale. Nulla di più probabile che il copione si ripeta anche nella prossima Champions. I verdetti della Liga: Barcellona, Real Madrid e Valencia in Champions League, Villareal ai preliminari. Per l'Europa League, spazio a Siviglia e Atletico Bilbao. Per l'altro Atletico, quello di Madrid, la necessità di passare dal turno di qualificazione.

Ti aspettavi il solito Bayern Monaco, che sta al campionato tedesco come il Manchester a quello inglese, magari lo Schalke 04, che in Europa faceva miracoli e pareva una squadra niente male. Al limite, il Werder Brema, che nella stagione precedente aveva chiuso al terzo posto e puntava a fare meglio. Invece, a mettere tutti in riga ci ha pensato il Borussia Dortmund del tecnico Klopp, al primo sigillo personale. Più sette punti dal Bayer Leverkusen, i tifosi gongolano e si cullano un titolo che mancava da dieci anni.

Giovani e bravi. A Dortmund hanno scelto di investire su campioni non ancora affermati per costruire un domani ricco di glorie. E i risultati sembrano dargli ragione, le premesse sono ottime, anzi, di più. Gli attaccanti Kogawa e Lewandoski, otto reti a testa, i centrocampisti Sahin (già venduto al Real Madrid), Bender, Grosskreutz e Gotze, e i difensori Hummels, Subotic e Schmelzer non superano i ventitre anni. Hanno talento, sanno stare in campo e correre per la squadra. Se il Borussia sceglie di non fare subito cassa, può diventare una delle migliori formazioni dei prossimi anni. Anche in ambito internazionale, Barcellona e Manchester United sono avvisate. I verdetti della Bundesliga: Borussia Dortmund, Bayer Levkusen in Champions League, Bayern Monaco ai preliminari. Europa League che invece accoglie e abbraccia Hannover e Magonza. Lo Schalke 04 (14° in campionato) a fare festa insieme alle altre soltanto se passa il turno preliminare.

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