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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 10:56.

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Dal problema stadi ai debiti in crescita. Ecco perché l'Italia arretra nel calcio europeoDal problema stadi ai debiti in crescita. Ecco perché l'Italia arretra nel calcio europeo

MILANO - Indebitamento in crescita, ricavi in lieve aumento e una patrimonializzazione ancora fragile che, in mancanza di stadi di proprietà, fa perno sul parco calciatori. Ma non solo questo. Il ReportCalcio 2011 che sarà presentato a Roma, domani, dal presidente della Federazione italiana giuoco calcio, Giancarlo Abete, dal sottosegretario allo Sport, Rocco Crimi, da Emanuele Grasso, partner di Pwc, e da Enrico Letta rappresenta anche il primo rapporto sull'evoluzione e il futuro del football tricolore. L'analisi realizzata da Arel, Figc e Pwc che avrà d'ora in avanti cadenza annuale è tracciata su tre aree: il censimento dei numeri del calcio italiano (31 milioni di tifosi e oltre 1,2 di tesserati alla Figc) con l'attività delle squadre nazionali; uno screening economico-finanziario di Serie A, B e Lega Pro nelle ultime tre stagioni; e una parte legata al business con i benchmark internazionali. Alla vigilia dell'entrata in vigore delle norme sul fair play contabile, il report coglie perciò le aree di criticità del sistema calcio, mettendone a fuoco gli ambiti di sviluppo.

Il calcio professionistico italiano ha raggiunto un valore patrimoniale di 3,6 miliardi di euro. Ma anche un livello di debiti pari a 2,7 miliardi. Più nel dettaglio, tra il 2007 e il 2010, il valore della serie A è salito da 2,5 a 3 miliardi, mentre i debiti sono cresciuti da 1,9 a 2,3 miliardi (per la B si veda la scheda a fianco). La situazione debitoria verso gli altri club e verso il Fisco è migliorata grazie alle più stringenti regole d'iscrizione ai campionati. Ma, di contro, i debiti finanziari sono aumentati del 47% e quelli commerciali del 39. I debiti costituiscono in media più dei tre quarti delle passività delle società di A. Il patrimonio netto del calcio professionistico è sceso poi da 460 a 406 milioni. La serie A, nel 2010, aveva un patrimonio netto di 354 milioni (-12%), la B di 49 milioni. I club di Lega Pro (prima Divisione) nell'ultimo anno hanno mediamente visto contrarsi il patrimonio netto da 326mila a 55mila euro. Questo spiega più di ogni altra cosa la profonda crisi della vecchia serie C, che si prepara a scendere dagli attuali 85 team a 60 nell'arco di un triennio.

Dunque, se l'indebitamento della massima serie ha subito un robusto incremento, non è stato così per i beni e i mezzi propri dei club. Si sono ampliate del 60% le immobilizzazioni finanziarie (soprattutto crediti). Ma l'equity ratio, il rapporto tra patrimonio netto e totale delle passività, è diminuito al 12% in A. Le attività dei club sono rappresentate per circa un terzo dai diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, frutto degli elevati costi del calciomercato che incidono parallelamente sul fronte ammortamenti, eseguiti peraltro in base alla durata dei contratti. Ma questo asset – il valore degli atleti – sarebbe ben più volatile se anzichè i principi contabili nazionali le società applicassero gli Ias (i principi internazionali) che impongono di riportare in bilancio il loro valore di mercato (fair value). Quale sarebbe oggi il valore di mercato di Cavani? E quello di una rosa appena retrocessa nella serie cadetta?

È evidente, perciò, che senza impianti di proprietà, politiche più aggressive e di internazionalizzazione sul fronte dei ricavi commerciali (sfruttando anche i canali dei social network), e una riduzione della dipendenza dai diritti tv (sulla ripartizione dei 200 milioni legati ai bacini d'utenza, intanto, si profila in Lega un compromesso), la Penisola del pallone rischia di andare alla deriva, perdendo la partita con la più remunerativa Premier (anche se molti club inglesi sono superindebitati) e soprattutto con la Bundesliga alla quale la serie A dall'anno prossimo dovrà cedere un preziosissimo posto in Champions league.

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IN SERIE B
49 milioni - Il patrimonio netto
Nella serie B il patrimonio netto si è attestato, nel torneo 2009-2010, sui 49 milioni. In calo rispetto ai 57 milioni della stagione precedente. Il patrimonio netto costituisce mediamente l'11% delle passività, in linea con la A (14%)

104 milioni - Il parco calciatori
I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori della serie cadetta è stabile nelle ultime stagioni sui 100 milioni

358 milioni - I debiti
I debiti della serie B nella stagione 2009/2010 sono scesi a 358 milioni rispetto ai 383 dell'annata precedente

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