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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2011 alle ore 13:50.

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Ecco chi è don Alfredo Rubalcaba, il centrometrista scelto da Zapatero per tentare di salvare il salvabile dopo la sconfitta alle amministrativeEcco chi è don Alfredo Rubalcaba, il centrometrista scelto da Zapatero per tentare di salvare il salvabile dopo la sconfitta alle amministrative

Il successore di José Luis Rodríguez Zapatero, che ha da tempo annunciato la sua volontà di non ripresentarsi come candidato alla presidenza del governo nelle prossime elezioni politiche spagnole, previste per l'anno prossimo, sembra ormai deciso: Alfredo Pérez Rubalcaba. Accennando ai passati da sprinter di quest'ultimo, che nei tempi dell'università correva i cento metri fermando i cronometri a 10 secondi e 9, Zapatero ha detto che «uno che ha corso i 100 metri in circa 10 secondi è capace di vincere le elezioni in 10 mesi».

Per capire come si è arrivati a questa designazione, è meglio fare un passo indietro. Lo spartiacque tra il "prima" e il "dopo" è stata la domenica 22 maggio (scorciata in 22M nel lessico giornalistico iberico), data delle elezioni municipali in tutto il paese e regionali in 13 delle 17 Comunidades Autonomas che compongono la Spagna. Consapevoli di una crisi economica da cui il paese stenta a riprendersi (e di un tasso di disoccupazione del 21 per cento (che sale al 45 tra gli under 30) e consapevoli di una probabile sconfitta alle elezioni amministrative del 22M, i dirigenti socialisti avevano deciso che la nuova faccia da proporre nel 2012 per la premiership dovesse essere scelta con elezioni primarie. Si era formata la convinzione che la sfida sarebbe stata tra il sessantenne ministro degli Interni (e primo vicepremier) Alfredo Pérez Rubalcaba e il ministro della Difesa, la assai più giovane e forse più ortodossamente zapaterista Carme Chacón, che è entrata soltanto da un paio di mesi negli "anta".

Poi è arrivato il fatidico 22M. Non una sconfitta, per il Psoe, ma più precisamente una catastrofe, in cui il grande partito della sinistra spagnola ha perso tutto quello che poteva perdere, tra presidenze regionali e sindaci. Subito dopo la débâcle, il leader dei socialisti baschi, Patxi López, ha aperto le ostilità. Non bastano le primarie – ha detto López – serve un congresso straordinario per decidere una nuova leadership e soprattutto una nuova proposta politica. Molti tra i ras locali socialisti, che, pur tumefatti in seguito al voto, rimangono molto potenti nel partito, si sono dichiarati d'accordo con lui.

Si era da poco concluso un giro completo della lancetta delle ore ed ecco che Carme Chacón abbandonava la sua corsa per le primarie. Appuntandosi la medaglietta della salvatrice dell'unità del partito e della dirigente che, pur ambiziosa, sa fare un passo indietro per salvaguardare il bene comune, la Chacón si è anche ritirata da una battaglia per la primazia che per lei sarebbe stata comunque difficile. D'altronde, perché bruciarsi in uno dei momenti di massima crisi del Psoe negli ultimi trent'anni? E poi, essendo appena quarantenne, potrà giocare la sua partita alla prossima occasione.

Al suo nobile rifiuto del braccio di ferro non sarà stato estraneo suo marito Miguel Barroso, il padre del piccolo Miquel che, ancora ospitato nella pancia di mammà, è diventato famoso in tutto il mondo nella foto che raffigura la neoministra della Difesa in avanzato stato di gravidanza che passa in rassegna le truppe spagnole in Afghanistan. Barroso, che è stato uno dei principali spin doctor nella prima fase zapateriana, ha probabilmente consigliato alla consorte una strategica ritirata.

A questo punto Rubalcaba è rimasto solo al centro della scena, appoggiato da tutto il vertice del partito. E se non è ancora escluso il ricorso alle primarie, qualora qualche pretendente raccolga le firme necessarie, si tratterà di una corsa in solitario di Rubalcaba contro velleitari sfidanti. E allora è il caso di vedere più da vicino chi è l'uomo che cercherà di suturare le vene del Partito socialista e di limitare l'emorragia di elettori.

Rubalcaba è l'uomo che il Partito popolare – che ha trionfato nelle amministrative e gode di 12-15 punti di vantaggio sul Psoe nei sondaggi – teme di più. A destra (e non soltanto), Rubalcaba viene descritto come un intrigante e cerebrale protagonista del backstage politico, come un abile tessitore di trame che sa come agire sul motore e sulle rotelle più nascoste della macchina dei media, come un dirigente che sa sbrogliare i fili della pancia socialista, come un uomo capace di mettere la faccia nelle situazioni politiche più delicate. Scegliendo Rubalcaba il Psoe vuole puntare sul sicuro, almeno per salvare il salvabile.

Infatti il prescelto alla successione, un sessantenne che erediterebbe il potere dal "figlio" Zapatero (che ha annunciato il ritiro prima di compiere 51 anni), è un veterano che già sedeva al governo, come ministro dell'Educazione e della Scienza, nel crepuscolo della lontana epoca di Felipe González e che si espose con un certo coraggio nei momenti in cui il suo leader stava cadendo davanti alla crescita popolare guidata da José María Aznar.

Rubalcaba è a tal punto un veterano che se dovesse, contro ogni pronostico, vincere le elezioni del 2012 diventerebbe il premier più anziano che la Spagna postfranchista abbia mai avuto. Certo, con una laurea in chimica e un passato da professore universitario, Rubalcaba non è conosciuto come un esperto in campo economico, nel campo cioè su cui si dovrebbe giocare il futuro elettorale della Spagna. Ma quello che è sicuro è che l'attuale ministro degli Interni ha il fegato per mettersi alla guida di una macchina con poca tenuta di strada. E, pur essendo sempre stato in seconda linea, è accreditato di una capacità di leadership forse maggiore di quella dello smunto capo del Pp, quel Mariano Rajoy che ha già perso due elezioni politiche a vantaggio di Zapatero.

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