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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2011 alle ore 13:11.

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Maggioranza al giro di boa: la verifica alla Camera dal 20 al 24 giugnoMaggioranza al giro di boa: la verifica alla Camera dal 20 al 24 giugno

La verifica di Governo in Aula alla Camera si terrà nella settimana dal 20 al 24 giugno prossimi. Lo ha stabilito la conferenza di capigruppo di Montecitorio. La scelta della data è nata dopo che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha sentito l'omologo del Senato, Renato Schifani, che gli ha comunicato l'intenzione di calendarizzare la verifica dopo i referendum. Siccome in quel periodo il calendario dell'assemblea di Montecitorio è già occupato dal decreto legge sullo sviluppo, si è stabilito di iniziare il 20 giugno. Una decisione che ha suscitato le proteste di Dario Franceschini, capogruppo del Pd, che avrebbe voluto si tenesse la settimana prossima. «Il governo Berlusconi - ha detto Franceschini - si presenti dimissionario alla verifica parlamentare chiesta dal presidente Napolitano»

Il Pd prova ad accelerare. Fini-Schifani: confronto dopo i referendum
Il Pd, come anticipato dal capogruppo in Aula, ha tentato infatti di imprimere un'accelerazione al passaggio per provare a sfruttare l'onda della sconfitta elettorale della maggioranza. Ma la richiesta è stata rispedita indietro dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. Da quanto si apprende, infatti, Fini avrebbe proposto come prima data utile la quarta settimana di giugno: da contatti informali con il presidente del Senato, Renato Schifani, è emerso che al Senato il dibattito poteva svolgersi dopo i referendum del 12 giugno, ma in quella settimana l'Aula di Montecitorio dovrà esaminare il Dl sviluppo. «La maggioranza si è opposta alla richiesta di tenere la prossima settimana il passaggio parlamentare chiesto dal presidente Napolitano. Sperano che i problemi si risolvano rimandandoli; tutto questo lo paga il Paese».

Cicchitto: per noi non cambia nulla se dibattito si fa domani
Ma il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, cade dalle nuvole davanti a questo attacco: «Abbiamo aderito a una proposta di calendario presentata dal presidente della Camera che abbiamo condiviso. È stato Franceschini a opporsi a Fini, che ha descritto un percorso che portava il dibattito alla quarta settimana di giugno. Per noi non cambia nulla se quel dibattito lo facciamo domani o fra due settimane: la nostra linea è stata decisa e non cambia».

La verifica voluta da Napolitano dopo il rimpasto
La richiesta di un passaggio parlamentare era arrivata dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, all'indomani dell'allargamento dell'esecutivo deciso da Silvio Berlusconi all'inizio di maggio, con l'ingresso al governo di 9 nuovi sottosegretari (tre dei quali non eletti con la maggioranza alle elezioni politiche del 2008). Da qui l'invito del Colle, ai presidenti delle Camere ma anche al premier, di un confronto in Aula alla luce della nuova geografia della maggioranza. Confronto che slitta ora a dopo i referendum. (Ce. Do.)

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