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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 19:26.
Il 12 e il 13 giugno si voterà su quattro quesiti referendari, nucleare compreso. L'ufficio centrale elettorale della Cassazione ha infatti accolto l'istanza del Pd di trasferire i quesiti refendari sul nucleare sulle nuove norme contenute nel decreto omnibus, diventato legge pochi giorni fa. Si tratta di referendum abrogativi: si viene dunque chiamati ad abrogare (anche parzialmente) o confermare quattro normative, attualmente in vigore, che riguardano il nucleare, il legittimo impedimento e, due, sulla gestione dei servizi pubblici di rilevanza economica, compresa l'acqua.
Scheda grigia: quesito sul nucleare
Il nuovo titolo della scheda sul nucleare sarà cambiato, visto che i quesiti non sono stati ancora stampati dal Viminale, in «abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare». Il quesito referendario sul nucleare dovrà però essere riformulato. In pratica, il referendum si svolgerà sui commi 1 e 8 dell'articolo 5 del decreto omnibus. Leggi il testo del quesito sul nucleare.
Scheda verde: quesito sul legittimo impedimento
Si vuole abrogare la legge sul legittimo impedimento, dopo la dichiarazione di parziale incostituzionalità della legge da parte della Consulta del gennaio scorso. Nel mirino dei referendari la norma che introduce la possibilità per chi è impegnato in attività di governo, premier e ministri, di non comparire nelle aule di giustizia. Leggi il testo del quesito sul legittimo impedimento.
Schede rossa e gialla: due quesiti sull'acqua
Sono due invece i quesiti sull'acqua sui quali i cittadini sono chiamati al voto. Il primo, sulla «privatizzazione dell'acqua», come lo definiscono i promotori dell'intervento abrogativo, riguarda le modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Il secondo quesito riguarda la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. In questo ultimo caso si tratta di una abrogazione parziale della norma. Leggi il testo del primo quesito (Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica) e del secondo quesito (Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito).
Senza il quorum la votazione è annullata
La Costituzione, all'articolo 74, prevede che, affinché i referendum abbiano valore, occorre che alle urne si rechi il 50% più uno degli elettori aventi diritto. Senza il raggiungimento di questo quorum, la votazione è annullata e il referendum è come se non si fosse mai svolto. Fra il sì e il no, vince chi ottiene più voti. Ma, come detto, per essere valida, la somma di sì e no espressi deve superare il 50% dei voti. Se invece prevalessero le schede bianche o nulle, non ci sarebbe vincitore e il referendum non produrrebbe effetti.
Chi vuole abrogare la norma deve votare sì, chi vuole mantenerla deve mettere la croce sul no
Si tratta di referendum abrogativi (i soli che la Costituzione prevede su iniziativa di cittadini, essendo riservati a istituzioni quali regioni, province, comuni, in casi specifici promuovere anche referendum "consultivi") quindi gli elettori sono chiamati a dire sì o no all'abrogazione di leggi attualmente in vigore. Vale a dire: chi è contro le affermazioni del quesito sulla scheda deve mettere la croce sul sì, mentre chi è a favore deve votare no.
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