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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 16:24.

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Silvio Berlusconi nel cortile di Palazzo Chigi prima dell'incontro con la Presidente della Confederazione Elvetica, Micheline Calmy-Rey (Ansa)Silvio Berlusconi nel cortile di Palazzo Chigi prima dell'incontro con la Presidente della Confederazione Elvetica, Micheline Calmy-Rey (Ansa)

Berlusconi è "alle corde", ha il tempo contato, l'Italia e la sua stessa Milano gli hanno voltato le spalle. E adesso? È la fine della carriera politica di Silvio Berlusconi e del "berlusconismo"? Gli interrogativi abbondano nelle analisi e nei commenti della stampa estera, dopo che i ballottaggi delle amministrative hanno confermato la sconfitta del centro-destra.

In un editoriale intitolato "Alle corde", El Pais considera Berlusconi all'ultimo round, ma non vede all'orizzonte elezioni anticipate. Il quotidiano spagnolo constata che il voto ha messo in risalto il senso di "sazietà" degli elettori nei confronti del premier. I risultati hanno mostrato "fino a che punto Berlusconi "ha perso contatto con un elettorato stanco delle buffonate e dei problemi personali del magnate".

Il primo ministro – prosegue l'editoriale - ha voluto trasformare le elezioni in un "voto di fiducia" solo per mietere "una strepitosa sconfitta" a Milano, sua città natale e "centro nevralgico del suo potere politico ed economico". E questo è avvenuto nonostante le sue ammonizioni "apocalittiche" sul trionfo del centrosinistra. Il partito di governo ha perso anche altre città in gioco, Napoli, Trieste, Novara. Per El Pais, il risultato segna "l'inizio della fine" di una carriera politica durata 20 anni.

Ma Berlusconi, 74 anni, "un sopravvissuto", non si dimetterà, "anche se è diventato "una zavorra" per il suo stesso partito, diviso per "il protrarsi poco democratico del personalismo del capo". Non si dimetterà – nota El Pais - "tra l'altro perché altrimenti perderebbe la protezione della legge ad hoc che gli permette di continuare a guidare il governo con quattro processi pendenti". Per durare i due anni restanti della legislatura dovrà però fare equilibrismi "impensabili".

Decisivo per la sua sopravvivenza politica - ricorda El Pais - sarà l'atteggiamento della Lega Nord. Umberto Bossi ha minacciato ripetutamente di lasciar cadere Berlusconi, ma la decisione finale non è stata presa. Tuttavia, l'eventuale abbandono da parte della Lega "potrebbe non significare elezioni automatiche".

La vulnerabilità economica dell'Italia, conclude l'editoriale, "potrebbe consigliare al presidente Giorgio Napolitano di cercare in extremis formule alternative alla dissoluzione del Parlamento".

"Sarà questa l'ultima battaglia di Silvio Berlusconi?", si domanda in un commento, sempre su El Pais, Miguel Angel Bastenier. La débacle, che l'opinionista definisce "un castigo esemplare", "semina dubbi sulla continuità della coalizione con gli alleati della Lega Nord" e "potrebbe aprire un nuovo ciclo nella vita politica del Paese".

Il corrispondente da Roma Miguel Mora – sotto il titolo "Berlusconi convoca un congresso interno dopo la sconfitta" – scrive che l'Italia esce dalle amministrative trasformata "in un Paese diverso". La capitale finanziaria italiana è diventata il peggiore "incubo" di Berlusconi. Napoli, Cagliari e Trieste sono "la punta di un iceberg alla deriva".

The Economist, che da anni critica Berlusconi, mette sulla homepage del suo sito la foto di Giuseppe Pisapia che saluta la folla festante con il titolo "Non così dolce casa".

Il voto è solo una prevedibile sconfitta di mid-term? Oppure segna l'inizio della fine della carriera politica di Berlusconi? Nonostante il premier dica che andrà avanti come prima, secondo il settimanale britannico il voto di Milano "dovrebbe preoccupare Berlusconi" almeno per tre ragioni. Primo: la città storicamente detta le tendenze. Secondo: La sconfitta del primo ministro è stata palesemente personale. La terza ragione è quella che gli farà perdere il sonno: molti nella Lega Nord pensano che sia giunto il momento di abbandonare Berlusconi. Finora Bossi non ha dato segnali di volere togliere il suo appoggio al governo, ma "potrebbe chiedere un prezzo più alto".

Perfino i più stretti sostenitori di Berlusconi "sanno che gli italiani vogliono il cambiamento", commenta sul Guardian Anna Masera ("Il tempo sta finendo per Berlusconi").

"Perfino i più ottimisti membri del Pdl sono scettici" sulla possibilità di una pronta ripresa, scrive Masera, prevedendo un percorso accidentato di qui a un congresso nazionale che l'anno prossimo potrebbe nominare il successore di Berlusconi.

Sulla copertina del Guardian c'è un richiamo al processo sul Rubygate che è ripreso il 31 maggio a Milano. Attorno a Berlusconi c'è un "muro difensivo", il muro di faldoni con cui i suoi legali sperano di difenderlo.

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