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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2011 alle ore 17:43.

Il neo segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, ha già fatto capire che non lascerà subito la poltrona al ministero della Giustizia. Per l'addio a via Arenula bisognerà infatti attendere il via formale alla sua nomina del congresso politico (che sarà convocato entro la fine di giugno) e due passaggi cui il guardasigilli tiene particolarmente: il codice antimafia e la semplificazione dei riti dei processi civili. Nella maggioranza, però, il totonomine per la successione ad Alfano è già partito.
In pole Lupi ma crescono le quotazioni del pm Nordio
Fuori dal giro sembra ormai il nome di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl e prima scelta del premier, che però ha garbatamente declinato l'invito. In pista restano dunque il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi (che gode dell'appoggio di un pezzo da novanta come Roberto Formigoni e di tutta l'area ciellina), e il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, considerato una buona garanzia in un dicastero cruciale per le sorti del Cavaliere e della maggioranza. Nelle ultime ore, però, sono cresciute le quotazioni di un tecnico come Carlo Nordio, magistrato di lungo corso e già presidente della Commissione per la riforma del codice penale. Un esperto sponsorizzato dall'avvocato del premier, Niccolò Ghedini.
Lega in pressing per Castelli. E anche Alemanno scalpita
Il Cavaliere ha fretta di trovare il sostituto di Alfano, ma la scelta non è semplice. Perché anche il Carroccio vorrebbe allungare le mani sul ministero di via Arenula. Il nome in casa leghista sarebbe già pronto, quello del viceministro Roberto Castelli, che è già stato guardasigilli tra il 2001 e il 2006. E, per la verità, il leghista non dispiacerebbe nemmeno al Cavaliere che però non vuole rischiare una mezza rivolta in casa. Visto e considerato che quel ministero è in quota Pdl e la cessione al Carroccio sarebbe accolta malissimo dai suoi, come l'ennesimo cedimento a Bossi e alla Lega. Va detto che anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, scalpita un po' dopo la designazione di Alfano a segretario politico e accarezza l'idea che la Giustizia sia affidata al sottosegretario Alfredo Mantovano, uomo della sua corrente. Ma a via dell'Umiltà il pressing del sindaco non viene nemmeno contemplato e si ribadisce che la Giustizia è territorio degli ex azzurri.
Nuova grana per il premier: Biancofiore verso lo strappo
Insomma, la cerchia dei possibili successori si va restringendo. Intanto nel Pdl continuano le reazioni dopo l'investitura di Alfano. E, tra i diversi attestati di stima c'è anche chi manifesta tutto il suo scontento e minaccia nuove fratture. È la bionda deputata pidiellina, Micaela Biancofiore, fedelissima del premier ma da tempo in fibrillazione. «Alfano commissariato dai soliti tre coordinatori: questa dovrebbe essere la rifondazione del Pdl? Di sicuro non terrò più i miei. Ma c'è fermento in tutta Italia per un nuovo movimento». Secondo alcune indiscrezioni, la deputata altoatesina avrebbe già depositato da settimane il simbolo di un nuovo soggetto politico («Forza nazionale») e sarebbe pronta allo strappo. Un'altra grana per il Cavaliere.
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