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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2011 alle ore 15:37.

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Il presidente dell' Yemen Ali Abdullah Saleh (Ap)Il presidente dell' Yemen Ali Abdullah Saleh (Ap)

Il presidente yemenita, Ali Abdullah Saleh, è rimasto ferito nel bombardamento della moschea interna al palazzo presidenziale, in cui stava pregando. Nell'attacco, secondo fonti della sicurezza, sono morte quattro guardie del corpo e sono stati feriti il presidente del parlamento, il primo ministro e il suo vice. In serata la televisione di stato yemenita ha trasmesso un breve messaggio audio di Saleh, durante il quale il presidente ha affermato di stare bene. Il presidente Saleh ha affermato che sono sette in tutto le persone uccise nel corso dell'attacco, fatto da una «banda di fuorilegge».

C'è stato anche un giallo sulla sorte di Saleh, che la tv di opposizione Suhail aveva dato per morto nel bombardamento. Il viceministro dell'Informazione, Abdu al-Janadi, ha smentito e ha annche preannunciato un intervento del presidente davanti alla stampa.
Il bombardamento è stato la risposta dei miliziani della tribù dissidente degli Hashid al precedente attacco contro il palazzo dello sceicco Sadiq al-Ahmar, raso al suolo dai militari fedeli a Saleh.

In Yemen più di 370 persone sono morte dall'inizio della rivolta, di cui 155 solo negli ultimi 10 giorni, dall'inizio della rivolta popolare a metà gennaio contro Saleh, da 33 anni alla guida del Paese.

«Il presidente Saleh sta bene e continuerà a guidare il Paese se Iddio lo vorrà!», ha detto Yasser Yamani, dirigente del Partito della conferenza popolare, al potere nel Paese. Interpellato dalla tv panaraba al Arabiya, il dirigente yemenita ha affermato che il presidente «sta bene nonostante il tentativo di assassinarlo».

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