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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2011 alle ore 15:21.

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Secondo la tv siriana è salito a 14 il numero dei morti nelle violenze scoppiate sulla linea di cessate il fuoco che corre lungo le alture del Golan, dove manifestanti palestinesi e siriani hanno cercato di entrare nel territorio occupato da Israele; i feriti sono circa 225.

Le forze di sicurezza israeliane sono in estremo allerta da stamane per le dimostrazioni convocate da attivisti filo-palestinesi nel 44esimo anniversario della guerra dei 6 giorni, del 1967: in Israele, Cisgiordania, Striscia di Gaza e Paesi arabi confinanti è stato chiesto ai dimostranti di fare pressione sui check-point israeliani ai confini, esattamente come avvenne un mese fa, nell'anniversario della creazione dello Stato di Israele, quando morirono 15 civili.

I primi morti
Tra le zone più sensibili ci sono proprio le alture del Golan e stamane alcune centinaia di siriani filo-palestinesi si erano avvicinati alla barriera con filo spinato che segna il confine con Israele. La tv siriana ha sostenuto che i soldati hanno aperto il fuoco quando hanno visto i dimostranti che tentavano di scavalcare la barriera. Un portavoce a Tel Aviv ha assicurato che i soldati hanno sparato colpi d'avvertimento; ma un giornalista sul posto aveva visto, subito dopo gli spari, due persone che venivano portate via di corsa dalla folla. «Chiunque cercherà di attraversare il confine sarà ucciso», urlavano i militari israeliani all'indirizzo dei dimostranti con l'ausilio dei megafoni.

Prosegue la protesta
Proseguono sulle alture occupate del Golan i tentativi di dimostranti arabi di aprire una breccia nei reticolati di frontiera presidiati dalle forze israeliane. Fonti locali riferiscono che nel pomeriggio centinaia di dimostranti (che sventolavano bandiere siriane e palestinesi) hanno cercato di lanciarsi verso le linee israeliane all'altezza di Quneitra. Per respingerli i militari israeliani hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni.

Gli sviluppi dipolomatici della crisi
Il presidente palestinese, Abu Mazen, si è detto pronto a partecipare alla conferenzainternazionale per la pace che si sta preparando a Parigi, se
Israele accetterà negoziati sulla base dei confini del 1967.Lo ha reso noto il consigliere del leader dell'Autoritànazionale palestinese (Anp), Nimr Hammad, precisando lecondizioni poste da Abu Mazen per tornare al tavolo delletrattative. «Per dare il via ai colloqui, la base deve essere
la fine dell'occupazione israeliana sui territori palestinesipresi dal 1967 e i confini dello Stato saranno determinati suqueste basi, con uno scambio di territori accettato da entrambele parti», ha sottolineato Hammad.

A lanciare l'appuntamento francese è stato il ministrodegli Esteri, Alain Juppe, che giovedì, in un incontro con ilpremier palestinese, Salam Fayyad, aveva proposto ditrasformare l'incontro dei donatori internazionali a Parigi inuna conferenza per rilanciare la pace in Medioriente, datenersi entro la fine di luglio. Sulla proposta di Juppe si è registrata una cauta aperturada parte di Israele. «Studieremo la proposta e ne discuteremoanche con i nostri amici americani» ha dichiarato il premier,Benjamin Netanyahu, sottolineando tuttavia che Tel Aviv nonparteciperà a «negoziati con un governo palestinese di cuifaccia parte Hamas, un'organizzazione terroristica che puntaalla distruzione di Israele».

Il capo della diplomazia francese si recherà la prossimasettimana a Washington per promuovere l'appuntamento di Parigi,che finora ha incassato un sostegno vago dalla Casa Bianca,nonostante appoggi le proposte avanzate dal presidente Barack Obama due settimane fa per rilanciare il processo di pace inMedioriente.

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