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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 13:56.

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I quesiti su traffico e darsena. L'eco-sogno costa 400 milioniI quesiti su traffico e darsena. L'eco-sogno costa 400 milioni

Trenta milioni di euro in tre anni per il risparmio energetico, altri trenta per la Darsena e i navigli; sessanta milioni in un triennio per aumentare il verde e 60 milioni all'anno per ridurre il traffico. Se le proposte dei cinque referendum cittadini verranno realizzate, la nuova amministrazione comunale in cinque anni dovrà far fronte a una spesa di 420 milioni di euro.

L'aspetto positivo è che i promotori dei quesiti hanno anche individuato le modalità di finanziamento. La spesa maggiore è prevista per il quesito numero uno, quello relativo all'estensione dell'Ecopass con tariffe da 5 a 10 euro e contestuale potenziamento di modalità di trasporto alternative alle automobili private. Tra gli interventi previsti ci sono il raddoppio delle zone pedonali e quelle con limite a 30 chilometri orari, trasporti di superficie su corsie protette e preferenziate, estensione degli orari della metropolitana, itinerari ciclabili.

«Il primo referendum – afferma Enrico Fedrighini, portavoce del comitato promotore – è l'architrave di una diversa visione della città. Il deficit principale è il traffico, liberandone la città si aprono spazi per altri interventi e per un modello complessivo diverso. Milano, per esempio, può essere una città a misura di bicicletta ma finora è stata a misura di automobile».

Attuare gli interventi previsti dal primo quesito, secondo i promotori, comporta una spesa massima aggiuntiva rispetto a quanto già inserito nel bilancio comunale pari a 60 milioni di euro all'anno. Un importo che verrà coperto con una tariffa giornaliera di 5 euro per i veicoli di trasporto persone (con agevolazioni per i residenti) e 10 euro per il trasporto merci, oltre agli introiti per la sosta a pagamento. «Rispetto all'Ecopass – spiega Fedrighini – pagherebbero tutti, eccetto i veicoli elettrici e ibridi. Ciò porterebbe a una riduzione del 30% di traffico».

Per raddoppiare il numero di alberi, ridurre il consumo di suolo, creare giardini pubblici con aree per bambini (quesito 2) costerà 60 milioni di euro in tre anni, da coprire tramite oneri di urbanizzazione e un ritocco delle tariffe d'uso di alcune risorse ambientali scarse: pagherebbero di più gli utenti che consumano più acqua o producono più rifiuti indifferenziati rispetto al consumo normale.

Questo intervento, poiché incide sui diritti edificatori, si interseca con il futuro Pgt. «Comporta sicuramente – precisa Fedrighini – un aumento di verde rispetto al Pgt e minor consumo di suolo da ottenere con più edilizia verticale o una riduzione delle quote di volumetria».

Secondo i promotori non comporta costi, invece, la conservazione del parco che verrà realizzato nell'area Expo (quesito 3), mentre per gli interventi rivolti a ridurre le emissioni di gas serra e migliorare il risparmio energetico (quesito 4) servono 30 milioni in tre anni. Tra le azioni previste c'è la "rottamazione" degli edifici più inefficienti dal punto di vista energetico. Si tratta in particolare di gran parte di quelli realizzati negli anni '60 e '70, circa il 20-30% del totale cittadino. «Un monumento vivente allo spreco – sottolinea il portavoce dei promotori – è il palazzo del Comune in via Melchiorre Gioia che disperde molto calore in inverno e richiede molta aria condizionata in estate».

Altri trenta milioni, infine, sono richiesti per il ripristino della Darsena e dei navigli (quesito 5). L'idea è di rivalutare le vie d'acqua per avere una Milano più bella di quella attuale. Le ultime due proposte vedono la dismissione parziale del patrimonio comunale quale forma principale di finanziamento.

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