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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2011 alle ore 08:27.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2011 alle ore 06:45.

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Niente è più illuminante del raffronto con la Germania per capire la dimensione della stagnazione dell'economia in Italia. Fatto 100 il Pil dei due Paesi nel 2007, nel giro di tre anni e mezzo si è aperto un divario di 7 punti percentuali. Questo è il divario che avremmo osservato se la grande recessione si fosse abbattuta solo sull'Italia e non anche sulla Germania, come violentemente invece ha fatto.

Ma la Germania cresce e si riprende con grande rapidità, l'Italia no.
Qual è il segreto tedesco? È stato detto che la differenza risiede, oltre che nelle riforme del mercato del lavoro che la Germania ha adottato precocemente, nella capacità delle imprese tedesche di innovare. Ma non è stato detto perché. Perché gli imprenditori tedeschi sono più ambiziosi e lungimiranti? Perché hanno più fantasia? Perché la Germania ha imprese più grandi e quindi maggiore capacità di investire in ricerca e sviluppo? Perché le università sfornano ingegneri più dotti? Nessuno di questi fattori può ragionevolmente spiegare la capacità di innovare del sistema industriale tedesco. Difficile credere che gli imprenditori italiani non abbiano ambizione o fantasia e ingegno: se c'è dote di cui abbondano, talvolta rischiando lo stereotipo, è quella.

La Germania ha certo una dimensione media di impresa più grande ma è anche nota per la prevalenza di moltissime piccole e medie industrie, che non sono impedite nell'innovare. Quanto agli ingegneri e agli scienziati di talento, dove mancano si importano attingendo al mercato globale dei cervelli - se si accetta di vivere in un mondo aperto. La differenza la fa l'organizzazione dell'industria dell'innovazione.
Nella nostra epoca le nuove idee, le innovazioni, dalle più banali a quelle più rivoluzionarie, scaturiscono esse stesse da un processo produttivo in cui entra come input principalmente capitale umano e ha come output nuove idee, alcune applicabili immediatamente altre che fanno da input per future applicazioni. La qualità di questo processo determina il successo di un'economia perché le consente di essere più o meno distante dalla frontiera della conoscenza e più o meno capace di tradurre in pratica - e quindi sfruttarle economicamente - le nuove idee.

Nell'organizzazione di questa industria e nella produzione di idee vi è un ruolo naturale, desiderabile e importante per l'intervento del settore pubblico. La Germania dispone di una possente organizzazione pubblica - il Fraunhofer - il cui scopo è produrre ricerca e sviluppo applicata. Il Fraunhofer conta di oltre 60 centri di ricerca sparsi in tutta la Germania e ha rappresentanze nei centri nevralgici nel mondo. Occupa oltre 18mila tra scienziati e ingegneri il cui compito è cercare nuove applicazioni della conoscenza scientifica di base. Lo scopo ultimo è di portare sul mercato nuovi prodotti e processi.

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