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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2011 alle ore 15:10.

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Tremonti: la riforma si legittima col taglio dei costi della politica. A Maroni: tenere i conti pubblici non è ragioneriaTremonti: la riforma si legittima col taglio dei costi della politica. A Maroni: tenere i conti pubblici non è ragioneria

Ridurre i costi della politica
Indispensabile ridurre i costi della politica. Nell'ambito di «un sistema fiscale ingiusto e con equilibri instabili» si può «certamente intervenire sui costi della politica». L'obiettivo è fare sì che «in tutti gli incarichi pubblici in Italia non si prenda più della media europea, non è difficile e, soprattutto, non è più accettabile avere un costo differenziale con l'Europa» per le cariche pubbliche. Oltre alla moneta, anche «la politica deve essere comune». Con questa operazione, ha aggiunto, «non si fanno i grandi numeri, ma la legittimazione della riforma fiscale deve venire anche da un forte taglio della politica, così si è legittimati nel chiedere i sacrifici alla gente». Tremonti ha precisato che «ci vuole comunque cautela», perchè «è difficile chiedere ai capponi di votare per l'anticipo del Natale».

Bossi (Lega): sulla riforma del fisco Tremonti ha abbastanza ragione
Sulla riforma del fisco «Tremonti ha abbastanza ragione. Il problema è che bisogna trovare i soldi, anche se per la verità i soldi li abbiamo trovati. La riforma si può fare». Questo il commento del leader della Lega, Umberto Bossi.

Damiano (Pd): non si fanno le nozze coi fichi secchi
«Berlusconi annuncia, a puri fini elettorali, di fare la riforma del fisco. Tremonti da parte sua afferma di volerla fare ma a costo zero. Ciò significa che i principali rappresentati di questo governo dicono bugie non hanno l'onestá intellettuale per riconoscere che non si possono fare le nozze con i fichi secchi». Lo dice Cesare Damiano, Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera. «Quel che resta di tutti questi annunci è la desolante realtá di un governo che non fa alcuna riforma e tira a campare. Ma il presidente del consiglio dovrebbe sapere che la stagione della propaganda è ormai tramontata».

Fassina (Pd): Tremonti ha le idee poco chiare
«Le idee del ministro Tremonti non sembrano proprio chiare. Fino a ieri, il ministro sosteneva che bisognava spostare le tasse dall'Irpef all'Iva. Oggi riconosce che non è una buona idea e apre alla possibilità di portare la tassazione delle rendite finanziare al livello medio europeo. È l'impostazione che il Pd propone da oltre un anno: una riforma fiscale a parità di gettito, spostando il carico dai redditi da lavoro e dai redditi di impresa alla rendita e all'area dell'evasione». Lo afferma Stefano Fassina, responsabile economico del Pd.

Di Pietro (Idv): Tremonti sconfessa le false promesse di Berlusconi
Per il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, «Berlusconi e la Lega tentano affannosamente di uscire dalla palude in cui hanno fatto finire l'economia italiana e, per questo, promettono fantomatiche riforme fiscali senza spiegare minimamente al Paese dove andranno a prendere i soldi. Dall'altra parte, il ministro Tremonti è costretto dai vincoli di bilancio europei a confermare il pareggio di bilancio entro il 2014 e a rientrare dall'attuale deficit-Pil, sconfessando così le false promesse e la propaganda del presidente del Consiglio».

Bonanni (Cisl): si capisce che Tremonti vuole fare la riforma
Per il segretario Cisl, Raffaele Bonanni, si capisce che Tremonti «vuol fare la riforma, lui personalmente alla fine ha confermato linee guida che a noi interessano, ma vanno poi sviluppate e chiarite con il governo».

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