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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2011 alle ore 18:38.

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È ripartito al Senato l'esame del ddl anticorruzione dopo l'intesa raggiunta ieri tra Governo, maggioranza, Pd e Idv sul nuovo organismo che dovrà svolgere i compiti esecutivi di contrasto alla corruzione nella pubblica amministrazione. L'esame della norma, frutto appunto di un accordo, dovrebbe concludersi in serata, con il voto favorevole di Pd e Idv, mentre il Terzo polo ha confermato più volte le sue contrarietà: «Mi chiedo quale sia la differenza rispetto al testo originario - ha detto Achille Serra - noi siamo assolutamente contrari e rimaniamo sulla nostra posizione di una autorità indipendente».

Vizzini: appalti con garanzie
«Le imprese che assumeranno appalti avranno l'assoluta garanzia, attraverso gli organismi dello Stato, sui loro rapporti per ogni subappalto o per servizi che devono essere resi e finirà per sempre l'accerchiamento dei mafiosi che tentano di controllare settori come il ciclo del cemento e del calcestruzzo e di inquinare il mercato e la concorrenza». Il presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, spiega così il suo emendamento al ddl anticorruzione che sostituisce l'articolo cinque che affronta il tema dell'elenco dei fornitori e delle imprese subappaltatrici che fanno affari con la pubblica amministrazione.

Vizzini minacciato per un norma antimafia
Fra le altre il presidente Vizzini ha anche rivelato di aver ricevuto minacce per il suo impegno nel contrastare le infiltrazioni mafiose attraverso la sua attività parlamentare. «È questa - sostiene Vizzini - per quanto mi riguarda, un'altra risposta che dò concretamente e con i fatti alla mafia degli affari per abbatterla e metterla fuori dalla capacità di intorbidire l'economia».

Pd: servono norme di prevenzione
Per il Pd le sanzioni penali per i corrotti non bastano: servono delle norme di prevenzione perché «vista la marginalità dei casi che emergono, le persone non hanno paura; il carcere è un'ipotesi lontana, una probabilità remota», ha detto Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd, in una conferenza stampa alla Camera per presentare la proposta di legge 4382 finalizzata alla prevenzione e repressione della corruzione oltre che alla funzionalità e razionalizzazione delle spese della pubblica amministrazione». La proposta avrà un suo cammino parallelo a quella in discussione al Senato, ha spiegato Orlando, «ma non escludiamo di farne la base per emendamenti sul provvedimento che arriverà dall'altra Camera». Il provvedimento impone controlli e paletti più rigidi per gli amministratori di imprese già coinvolti in casi di corruzione nella Pa, limiti agli incarichi diversi (capi di gabinetto, arbitrati) per i funzionari pubblici, regole più stringenti su acquisti e appalti. «Con le procedure centralizzate di acquisto si potrebbero risparmiare 500 milioni l'anno - ha sostenuto Oriano Giovanelli, presidente del forum innovazione del Pd - ma non si fa perché ognuno ha i suoi fornitori, i suoi appalti». (N.Co.)

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