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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2011 alle ore 13:53.

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Maroni: si può chiedere il blocco Nato in uscita dalla LibiaMaroni: si può chiedere il blocco Nato in uscita dalla Libia

«Io credo si possa intervenire già da subito chiedendo per esempio alla Nato, che schiera le navi davanti alle coste libiche per impedire l'ingresso di merci in Libia, di fare il blocco navale anche per le uscite»: lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni rispondendo a una domanda sulla questione dell'immigrazione. A Maroni era stato chiesto un commento sull'annunciato accordo in materia di immigrazione fra il governo italiano e il consiglio di Bengasi. «C'è questo incontro per la firma di un impegno da parte loro - ha risposto - a occuparsi dei clandestini e dei profughi che partono: sapendo come funzionano questi meccanismi, può essere una cosa utile ma bisogna vedere come e se funziona».

La Nato esclude di poter fermare le imbarcazioni di migranti in partenza
La Nato esclude di poter intervenire per fermare le imbarcazioni di migranti in partenza dalla Libia e di potere, come ipotizzato dal ministro dell'interno Roberto Maroni, «fare il blocco navale anche per le uscite». Il generale Mike Bracken dalla base di Napoli rispondendo ai giornalisti durante una teleconferenza con il quartiere generale di Bruxelles ha spiegato che «la risoluzione delle Nazioni Unite afferma chiaramente che il ruolo che abbiamo è fermare l'arrivo in Libia di armi e di materiale che possa essere utilizzato contro la popolazione. È questo il ruolo dell'embargo». Poi ha aggiunto che «il mare è uno spazio aperto. Sta alle singole nazioni scegliere cosa fare con i battelli che entrano nelle loro acque territoriali».

Hillary Clinton accusa Gheddafi di usare lo stupro come arma da guerra contro le donne
Hillary Clinton ha accusato Muammar Gheddafi di usare lo stupro e la violenza contro le donne come "arma di guerra". «Le forze di Gheddafi - ha affermato il segretario di stato americano - usano le violenze contro le donne e lo stupro come strumenti di guerra». La Clinton ha detto che «Gli Stati Uniti condannano queste pratiche nei termini più forti». Il procuratore della Corte Penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, aveva affermato la settimana scorsa che esistono le prove che il Colonnello Gheddafi abbia ordinato degli stupri di massa e abbia fatto distribuire Viagra a suoi soldati per accrescere la loro libido.

Gheddafi: la Nato sarà sconfitta
In un nuovo messaggio audio diffuso dalla tv libica il Colonnello ha affermato che la Nato sarà sconfitta. Gheddafi ha ricordato che per la Nato «questa è la prima volta che affrontano una nazione di milioni (di persone) armate. Loro saranno sconfitti, l'Alleanza sarà sconfitta». La tv libica ha specificato che il discorso è frutto di una «telefonata del fratello leader del 17 giugno» .

Distrutti diversi obiettivi militari
Tuttavia nel corso degli ultimi raid aerei effettuati dalla Nato sulla Libia, sono stati distrutti diversi obiettivi militari del regime: in particolare, vicino a Tripoli è stata annientata una batteria lancia-missili, mentre nella zona di Misurata sono stati bombardati cinque cannoni semoventi di grosso calibro e ulteriori sette alle porte del centro petrolifero di Marsa el-Brega, dove sono inoltre stati neutralizzati tre carri armati governativi: lo hanno reso noto fonti alleate dal quartier generale atlantico a Bruxelles. Nel frattempo, malgrado lo stesso governo di Tripoli avesse subito escluso eventuali vittime, il vice ministro degli Esteri libico Khaled Kaaim ha denunciato come una «incursione barbara e premeditata contro civili» l'attacco sferrato ieri prima dell'alba da velivoli Nato contro l'hotel 'Wenzrik', situato nel pieno centro della capitale a poca distanza da alcuni palazzi del governo che ospitano uffici amministrativi, e dalla sede della radio-televisione di Stato 'al-Jamahiriyah', tutti bersagli più volte presi di mira. L'edificio, di cui sono rimaste in piedi solo alcune sezioni dei muri perimetrali, al momento del raid sarebbe peraltro stato deserto.

Scaroni: nessun danno agli impienti Eni in Libia
Intanto l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, da San Pietroburgo ha reso noto che Eni non ha subito alcun danno ai propri impianti in Libia malgrado la guerra e i bombardamenti. Le esportazioni di petrolio, ha aggiunto Scaroni, sono state completamente interrotte, ci vorranno mesi perché le forniture riprendano.

In acque maltesi avvistato un barcone
Un barcone con un centinaio di migranti è stato avvistato da una nave militare della Nato impegnata nelle operazioni in Libia a circa 60 miglia a Sud di Lampedusa. L'imbarcazione, che si trova in acque di competenza maltese per quanto riguarda le operazioni Sar di ricerca e soccorso, viene monitorata dalla Guardia Costiera italiana che ha ricevuto la segnalazione.

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