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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 20:12.

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Così l'Ue cerca un accordo per la quinta tranche di aiuti alla GreciaCosì l'Ue cerca un accordo per la quinta tranche di aiuti alla Grecia

I ministri dell'Eurogruppo, consapevoli che un nulla di fatto avrebbe innervosito ulteriormente i mercati – già molto tesi da almeno due settimane – hanno fatto il possibile per pubblicare un comunicato che potesse essere rassicurante pur se privo di grandi contenuti, pur senza annunciare decisioni importanti.

La verità è che ieri l'Eurogruppo non ha potuto dare il disco verde alla quinta tranche di aiuti alla Grecia, in mancanza dell'approvazione del nuovo piano di austerity da parte del parlamento greco. Il voto di fiducia al nuovo governo Papandreou, dopo il rimpasto, è previsto per domani, martedì, e quindi al termine delle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin che si tengono oggi. L'Eurogruppo ha preferito allora, in assenza dell'ok sulla tranche dei 12 miliardi, comunicare qualche altra novità importante: l'annuncio dell'avvio dell'operazione di roll over con il coinvolgimento dei privati su base «volontaria e informale». Questa decisione sgombra il campo dagli equivoci: non ci sarà una soluzione alla tedesca, con scambio di titoli imposto e non volontario.

L'Eurogruppo ha lanciato in tal senso al mercato un segnale importante: il coinvolgimento dei privati nel nuovo piano di aiuti alla Grecia non farà scattare il selective default. Questo è messo ben in evidenza nel comunicato. Verranno cercate soluzioni tecniche per evitare che le agenzie di rating decretino la temuta "D" sulla Grecia, innescando un effetto-domino incontrollabile.

Ieri sera nel corso dell'Eurogruppo i ministri delle finanze del G7 si sono parlati telefonicamente: la decisione del roll over del debito pubblico greco con i privati è stata annunciata e discussa preventivamente su scala mondiale, per evitare di diffondere voci di un default che invece l'Europa si impegna ad evitare a qualsiasi costo. Il fatto che il nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia sarà finanziato con un misto di risorse pubbliche e private fa capire che dove i privati non arriveranno, con le loro adesioni volontarie, gli stati interverranno per far quadrare i conti.

Prima dell'accordo notturno

Comprare tempo. Qualche settimana, qualche mese. E' questo uno dei traguardi, ben poco ambizioso ma tristemente realistico, che si sono prefissi i ministri delle Finanze dell'eurozona riuniti domenica sera a cena a Lussemburgo in preparazione degli incontri dell'Eurogruppo e dell'Ecofin che si terranno lunedì.

Falliti per ora tutti i tentativi di raggiungere un accordo risolutivo sulla crisi della Grecia - che stando ai calcoli degli operatori di mercato avrebbe bisogno di almeno altri 100 miliardi di euro nei prossimi tre-quattro anni in aggiunta ai 110 già stanziati dai paesi partecipanti all'euro e dal Fondo monetario internazionale - i 17 ministri avrebbero deciso di "sdoganare" come minimo la quinta tranche del primo pacchetto di aiuti ad Atene: 12 miliardi, di cui 8 a carico degli stati dell'eurozona (tra i quali l'Italia per una quota di poco meno del 20%), altri 4 miliardi a carico del Fmi. Quanto basta per traghettare in luglio e agosto nei mari in tempesta della crisi evitando – per il momento – il naufragio della Grecia.

Al loro arrivo i ministri non hanno alzato l'asticella delle aspettative, ma anzi l'hanno abbassata. Dando chiaramente l'idea che le divisioni all'interno dell'Eurogruppo sono ancora forti. Non ci sarebbe neppure un accordo sull'entità della quinta tranche del prestito Ue-Fmi, che secondo il ministro belga Didier Reynders potrebbe essere concessa con il contagocce, prima 6 miliardi, poi altri 6. Per Reynders, il rischio contagio riguarda tutti gli stati dell'eurozona, nel caso di default della Grecia, e non soltanto Spagna, Italia e Belgio. Il ministro spagnolo Elena Salgado ha manifestato la sua speranza che già questa sera un accordo sui 12 miliardi, da ratificare domani mattina, sia a portata. «Non ci sarà accordo questa sera – ha tagliato corto il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker arrivando per la cena .- La riunione inizia stasera e continua domani, quindi probabilmente le discussioni continueranno domani mattina».

Durante la cena, tuttavia, i temi di discussione andranno ben oltre i 12 miliardi: occorrerà comunque impostare i lavori sui prossimi passi. Tra questi, le modalità del coinvolgimento dei privati nel nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia in un'operazione di roll over volontario che consenta di rimborsare alla pari (al 100%) i titoli di stato greci in scadenza collocandone dei nuovi con scadenze lunghe e cedole possibilmente basse. «Il diavolo sta nei dettagli», ha commentato una fonte vicina all'Eurogruppo, consapevole del fatto che un roll over mal gestito provocherebbe la "D" del declassamento del rating della Grecia e fors'anche il credit event sui credit default swap, facendo scattare la protezione. In effetti i ministri dovranno decidere quali investitori privati coinvolgere (solo le banche commerciali? anche gli investitori istituzionali? I risparmiatori?); a quali condizioni invitarli a entrare nel roll over (i nuovi titoli di stato greci da sottoscriversi contestualmente al rimborso dei vecchi avranno una cedola molto bassa? Scadenze molto lunghe? Saranno garantiti dalle privatizzazioni o altro collaterale, daranno lo status di creditore privilegiato alla pari del Fmi?); in quanto tempo e quale sarebbe l'entità delle perdite per i privati.

Il tempo è oramai una risorsa scarsa, in questa vicenda. Comprare tempo è sicuramente un espediente importante per i ritmi della politica: dopo oltre un anno di interventi più o meno efficaci per tentare di curare i conti pubblici greci, che sono i più malati d'Europa, la politica ha bisogno di altro tempo per mettere a punto le prossime mosse. I margini di errore però più passa il tempo e più si restringono. Questo perché i mercati soffrono enormemente quando devono districarsi in un labirinto prolungato di rinvii, mezze misure, incertezze, ritardi, ripensamenti, retromarce, mancate promesse: tutto quello che la politica ha dato in pasto al mercato dal maggio 2010. Che il nervosismo del mercato, e delle agenzie di rating, sia crescente nell'attesa di una soluzione alla crisi greca lo testimonia l'andamento degli spread, dei cds dell'euro e dei rating che in giugno hanno raggiunto livelli record, mai visti dalla nascita della moneta unica. Non solo sui titoli di stato greci ma anche su quelli portoghesi e irlandesi e da ultimo, causa l'effetto contagio che inizia a manifestarsi pericolosamente, anche quelli spagnoli, belgi e italiani sia pur questi in misura più modesta.

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