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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2011 alle ore 19:50.

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Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, invita la politica ad andare avanti sulla politica del rigore e rilancia sul tema della crescita. «Non possiamo pensare che i conflitti nella maggioranza possano portare a scelte diverse» dal rigore. Così Marcegaglia nel corso del suo intervento all'assemblea nazionale di Federchimica. In caso contrario, ha sottolineato, tutto «sarebbe molto pericoloso e difficile» per l'intero Paese.

Il continuo aumento degli spread tra i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi e quelli italiani «è un problema enorme - spiega Marcegaglia - con il nostro debito pubblico ogni cento punti base a regime si traducono in 16 miliardi di euro in più di deficit». «La crisi greca rende le tensioni finanziarie sui mercati molto pesanti: l'Italia non è in pericolo - prosegue Marcegaglia - ma se rimanesse l'attuale situazione di grossa turbolenza, ne risentirebbe».

Il dialogo con i sindacati
Nell'incontro tra Confindustria e sindacati della scorsa settimana «abbiamo ragionato e ci siamo detti che noi tutti abbiamo una grande responsabilità», ha detto Marcegaglia, sempre nel corso del suo intervento all'assemblea nazionale di Federchimica. E' stata una riunione, ha sottolineato, positiva. «Domani pomeriggio - ha continuato - avremo un nuovo incontro. Quello di venerdì è stato positivo e senza atteggiamenti pregiudiziali e questo mi fa ben sperare». Secondo la presidente di Confindustria il miglioramento delle relazioni industriali è fondamentale per l'economia del paese in un momento in cui ci sono settori della politica spaccati e tensioni a livello internazionale. Per questo, ha rafforzato il concetto Marcegaglia, «dobbiamo lavorare assieme per ritrovare unità».

La Tav e le proteste
«Centocinquanta persone bloccano in modo illegale un territorio e non permettono la realizzazione di un'infrastruttura che è stata decisa democraticamente. Questo non è degno di un paese civile», ha detto Marcegaglia, durante il suo intervento all'assemblea annuale di Federacciai a Milano. Marcegaglia ha inoltre sottolineato che «se non verrà aperto il cantiere entro tre giorni perderemo i finanziamenti europei». Il presidente invita la «maggioranza silenziosa» a farsi sentire sulla questione. Inoltre afferma che «le infrastrutture già finanziate devono poter partire».

Gli imprenditori chiedono un piano energetico
Gli imprenditori chiedono un piano energetico «chiaro» e il governo risponde che continua a lavorare soprattutto sugli incentivi per le energie rinnovabili. A margine dell'assemblea di Federacciai, Marcegaglia, ha esortato l'esecutivo a elaborare un «piano chiaro sulle fonti di approvvigionamento soprattutto per settori come l'acciaio e la chimica».
Dopo la bocciatura del nucleare «il Governo deve decidere la strategia energetica di medio termine - ha aggiunto la numero uno di Confindustria - ragionare sul carbone pulito e sul gas, servono i rigassificatori e le infrastrutture energetiche». Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, risponde che l'esecutivo sta lavorando «sugli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, che concluderemo entro fine mese in modo che ci sia una certezza pluriennale per coloro che vogliono produrre energia da fonti rinnovabili. Noi rielaboriamo - ha aggiunto Romani - una strategia energetica nazionale» visto che «gli obiettivi che avevamo dato in Europa prevedevano il 25 per cento di energia nucleare non ci sono più».

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