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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2011 alle ore 13:17.

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Stop al recepimento della direttiva sui ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali
Stop della Camera all'emendamento della Commissione per le Politiche Ue al disegno di legge comunitaria 2010 che recepisce la direttiva Ue del febbraio scorso per la lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Costava troppo, ha spiegato il relatore Pini. «Una verifica tecnica sulla necessità di copertura finanziaria di recepimento della direttiva sui tempi di pagamento, anche in due tempi, prima fra privati e poi pubblico-privato, ammontava a qualche miliardo di euro, una copertura impossibile da trovare in così poco tempo», ha detto Pini. La direttiva prevede fra l'altro che nelle transazioni fra privati il termine per il pagamento, se non specificato diversamente nel contratto e comunque non superiore a 60 giorni, sia di 30 giorni dall'emissione della fattura o dal ricevimento della merce. Per i pagamenti delle pubbliche amministrazioni il termine é fissato a 30 giorni, salvo deroghe fino a 60 giorni per imprese pubbliche e enti sanitari.

La soluzione per le spiagge
Legge quadro del Governo più norme regionali. È questa la soluzione individuata con un emendamento del relatore, Gianluca Pini (Lega) alla questione del diritti di superficie sulle spiagge nel Ddl Comunitaria 2011. Il Governo avrà 15 mesi di tempo per varare un decreto legislativo con i «limiti minimi e massimi di durata delle concessioni» entro i quali le Regioni dovranno fissare il termine. Nel decreto legislativo dovranno essere anche fissati criteri e modalità di affidamento nel rispetto dei principi di concorrenza, libertà di stabilimento, valorizzazione di attività imprenditoriali e investimenti. Saranno fissate anche modalità di riscossione e suddivisione dei proventi tra Comuni, Province, Regioni e Stato. Inoltre, fermo restando il «diritto libero e gratuito di accesso e fruizione della battigia», saranno disciplinate le ipotesi di costituzione del titolo di utilizzo del demanio marittimo (che potrà essere diritto di superficie, diritto di insistenza, concessione o altro). L'emendamento prevede inoltre la soppressione di alcune norme per chiudere l'infrazione europea per violazione della direttiva Bolkestein sui servizi ed estende la proroga al 2015 delle concessioni demaniali marittime a favore «delle concessioni comunque in essere al 31 dicembre 2009, nonché delle concessioni in essere sul demanio lacuale e portuale anche ad uso diverso dal turistico ricreativo». C'è infine un capoverso della proposta che detta una disciplina relativa alle imprese turistico balneari ricreative situate sul demanio marittimo che punta al rilancio del settore, ad esempio vietando limiti di orario e di attività diversi da quelli esistenti per attività consimili sul territorio comunale. Le Regioni potranno adottare altre norme di promozione.

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