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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2011 alle ore 10:02.

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È stata rinviata al prossimo 3 ottobre, alle 9.30, l'udienza sul caso Ruby dove Silvio Berlusconi è accusato di concussione e prostituzione minorile. A deciderlo sono stati i giudici della IV sezione del Tribunale di Milano che, dopo aver confermato l'ordinanza con cui hanno respinto le eccezioni della difesa del premier, la stessa di cui i legali Ghedini e Longo chiedevano la revoca, hanno rinviato al 3 ottobre prossimo.

No al trasferimento di competenza al tribunale dei ministri
Stamane, infatti, i giudici di Milano davanti ai quali si celebra il processo a carico del premier per il caso Ruby, hanno respinto l'eccezione proposta dalla difesa per chiedere il trasferimento del procedimento per competenza al Tribunale dei ministri. Secondo i giudici, a decidere la competenza è luogo in cui si è consumato il reato più grave, in questo caso quello di concussione, contestato al premier per aver fatto pressioni sui dirigenti della Questura di Milano, al fine di indurli a rilasciare Ruby nella notte tra il 27 e 28 maggio 2010 e affidarla al consigliere regionale Nicole Minetti.

I giudici: Berlusconi non può essere prosciolto nel merito
I giudici, nell'ordinanza, hanno stabilito che «non è consentito il proscioglimento nel merito» del presidente del Consiglio, come aveva chiesto, appunto, la difesa. Inoltre hanno concluso che «sulla scorta del capo di imputazione il tribunale ritiene la propria competenza funzionale», in quanto il reato contestato, la concussione, non ricade sotto la competenza del Tribunale dei Ministri. Nello stabilire ciò, il collegio ha rigettato la tesi prospettata dai legali di Berlusconi secondo la quale non si possono scindere le funzioni di presidente del Consiglio dalla qualità di premier.

Per il tribunale conta l'utilità perseguita dal premier con la telefonata in questura
Il trio tutto femminile di giudici che processa Berlusconi si è richiamato alla passata giurisprudenza, citando in aula sentenze della Corte di Cassazione, per arrivare ad affermare che «la competenza territoriale si radica nel luogo di consumazione del reato più grave». E se si considera che «la concussione è un reato colpito con pene più pesanti» rispetto a quello di prostituzione minorile (reato ipotizzato ad Arcore e quindi nel distretto giudiziario sotto la competenza del tribunale di Monza), secondo il collegio è Milano il tribunale competente (essendo stato commesso il primo reato, quello di concussione, al fine di nascondere il secondo, quello di prostituzione minorile). Il tribunale si è soffermato anche sull'«utilità perseguita» da Berlusconi attraverso il reato di concussione, utilità che a loro giudizio «deve essere individuata nel rilascio della minore», fatto che è avvenuto negli uffici della questura di Milano.

Ghedini: ordinanza dei giudici «fuori da ogni logica»
L'avvocato del premier,Niccolò Ghedini, commentando all'uscita del tribunale di Milano la decisione con cui i giudici del processo Ruby hanno respinto tutte le eccezioni avanzate dalla difesa, compresa quella di incompetenza funzionale, ha parlato di «gravissime violazioni di legge» e di una «ordinanza fuori da ogni logica». Tuttavia, ai cronisti che gli chiedevano se nella prossima udienza del processo Ruby a carico del premier la difesa chiederà la sospensione del processo in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione, ha risposto con un «no, non credo».

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