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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 18:41.

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Il "no" esplicito del leghista Roberto Castelli a votare il decreto di proroga delle missioni internazionali, espresso ieri sera dai microfoni di Radio 24, ha acceso lo scontro tra gli schieramenti e nella maggioranza. Perché se da una parte Castelli ha confermato la sua dichiarazione, con l'aggiunta di essere pronto a dimettersi dall'incarico di Governo essendo in dissenso su decisioni di politica estera, dall'altro il capogruppo del Carroccio, Federico Bricolo, ha derubricato a «posizione personale» la contrarietá del suo vice ministro Roberto Castelli al decreto sulle missioni internazionali. Mettendo in chiaro che il Carroccio auspica un'intesa ampia sul tema, per arrivare al voto martedì. Così alla fine fra problemi di copertura e di tenuta della maggioranza il voto in aula al Senato è slittato a martedì prossimo.

Contrarietà di Tremonti per problemi di copertura
Sul fronte delle coperture, poi, contrarietà del ministero dell'Economia verso un emendamento del Pd - primo firmatario Giorgio Tonini -, approvato dalle Commissioni ieri sera. L'emendamento incriminato stanzia 16,5 milioni di euro per iniziative di cooperazione in favore dell'Afghanistan al posto dei 5,8 milioni previsti dal decreto.

Rutelli: la crisi della maggioranza si è allargata alla politica estera
Per il presidente dei senatori del Terzo Polo, Francesco Rutelli, «evidentemente é in atto una crisi politica della maggioranza che oggi si é allargata alla politica estera. In un momento critico delle missioni é impensabile che ci siano membri del Governo che dichiarino orgogliosi di non voler votare il rifinanziamento delle missioni, facendo venir meno il loro sostegno ai militari impegnati all'estero. È una frattura che esige dimissioni». Ma per il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, «non ci sono problemi di coesione in merito al voto sui contenuti del provvedimento», ma é stata accolta una proposta del presidente vice presidente del Senato, Vannino Chiti, «affinché su un tema delicato come il rifinanziamento delle missioni sia possibile un voto unanime» del Senato.

Alla Camera il decreto sarà in aula dal 1° agosto
Intanto la capigruppo della Camera ha stabilito che il decreto legge sulle missioni all'estero sarà in aula alla Camera dal primo agosto. Non è escluso, però, che se i gruppi decideranno di "snellire" il calendario dell'aula da alcune mozioni previste per l'ultima settimana di luglio, l'ok definivo possa arrivare anche prima, lavorando venerdì 29 e sabato 30. La Lega, durante la capigruppo di Montecitorio, aveva chiesto che il decreto fosse esaminato dopo l'approvazione del bilancio della Camera, ma il presidente Gianfranco Fini ha detto no, spiegando che la priorità spetta al decreto che contiene misure urgenti e scade il 10 settembre.

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