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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2011 alle ore 11:27.

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Londra – È tutta colpa di Neville se il premier David Cameron si contrappone ora a James Murdoch. Della sua curiosità di reporter del News of the World destinatario di una e mail che ha spinto il figlio del tycoon australiano in un angolo, spalle al muro sospettato com'è di aver mentito alla Commissione Cultura di Westminster. Un passo che ha convinto il capo del Govrno a dare un segnale forte invitando James Murdoch a fornire immediate spiegazioni. Il presidente di BskyB, chief operating officer di NewsCorp, plenipotenziario del colosso mediatico nel Regno Unito nel corso del'audizione aveva espressamente precisato, su domanda diretta, di non aver mai visto la e mail intitolata "For Neville". Colin Myler ultimo direttore del settimanale e il responsabile dell'uffico legale Tom Crone, lo hanno smentito. "L'aveva vista – hanno detto –, siamo stati noi a mostrargliela". Da ieri James Murdoch è metaforicamente "wanted" dalla Commissione Cultura che intende sentirlo di nuovo . E il premier lo incoraggia a far in fretta. Il Parlamento è chiuso, ma eccezionalmente potrebbe anche riconvocare i membri della Commissione. Della vicenda è stata investita anche Scotland Yard invitata a chiarire dal deputato laburista Tom Watson se sia vera la tesi di Murdoch o quella di direttore ed avvocato del News of the World.

L'inciampo è di quelli pesanti perchè in quella e mail si davano chiarimenti al cronista che confermavano quanto la pratica di intercettazioni non fosse stata un caso singolo, un evento occasionale, ma modus operandi diffuso. Era del 2007, tre anni prima, quindi, di quando James Murdoch sostiene di aver saputo che l'hacking dei telefoni era prassi sistematica. Il caso si collega direttamente alla composizione extragiudiziale che News of the World trovò con Gordon Taylor, ceo dell'associazione calciatori per rivelazioni sul suo conto. Taylor ottenne 700mila sterline di indennizzo con la clausola di riservatezza. Un accordo oneroso che il domenicale avrebbe accettato – secondo la tesi dell'accusa – per evitare una lite in tribunale che avrebbe portato alla luce il "metodo Murdoch" in vigore nei tabloid inglesi.

La questione - se tutto sarà confermato - comporta due conseguenze: James Murdoch ha mentito ai deputati e James Murdoch era al corrente fin dal 2007 di quanto accadeva nel suo giornale. Nubi pesanti, appena più spesse di quelle che si vanno di nuovo addensando sul premier, David Cameron. A danneggiarlo è ancora una volta Andy Coulson il suo ex portavoce ed ex direttore del News. Crescono infatti gli interrogativi sui privilegi che sarebbero stati concessi a Coulson in occasione dell'assunzione a Downing street. Nessun check sul suo passato e deboli controlli di sicurezza che sono prassi per chi assume funzioni nell'ufficio del premier. L' uscita contro James Murdoch lo aiuterà agli occhi dell'opinione pubblica, probabilmente. Ma se il ritmo dei colpi di scena continuerà ad essere questo non potrà bastare di certo a dissolvere la prospettiva di una pessima estate per il capo del governo inglese.

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