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Questo articolo è stato pubblicato il 22 luglio 2011 alle ore 22:50.
L'ultima modifica è del 22 luglio 2011 alle ore 16:08.

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Il primo ministro portato in un luogo sicuro
Il premier norvegese, Jens Stoltenberg, non si trovava nei suoi uffici al momento dell'esplosione che ha devastato il quartiere centrale di Oslo, dove si trovano i palazzi governativi. Lo hanno riferito fonti governative. Secondo l'agenzia Ntb, il capo del governo si trova «al sicuro» con i familiari.

Stoltenberg, parlando da un luogo segreto che ha detto di non voler rivelare, ha affermato che «è troppo presto per parlare di attacco terroristico». Il premier ha comunque ammesso che «ci troviamo davanti a una situazione grave». Stoltenberg ha assicurato che sta bene. «Sembra che tutti i ministri siano in salvo», ha aggiunto. Il capo del governo norvegese ha rivelato che la polizia gli ha consigliato di non rendere noto dove si trova in questo momento. Questa mattina ha inoltre detto che il paradiso dei ragazzi di Utoya è stato trasformato in un inferno.

Il racconto di ieri
«La polizia sta evacuando gli edifici perché teme nuove esplosioni», hanno raccontato alcune persone al sito internet del quotidiano Aftenposten. Gli stessi giornalisti sono stati invitati a lasciare la redazione. «Vedo che delle finestre dell'edificio del VG e della sede del governo sono in frantumi. Delle persone insanguinate sono in strada», ha raccontato un giornalista della radio pubblica Nrk. «Ci sono vetri ovunque, C'è il caos totale», ha aggiunto il giornalista, Ingunn Andersen, che ha dichiarato di aver pensato, in un primo momento, «a un terremoto».

Nel centro della capitale una zona di guerra
Le immagini della tv norvegese mostrano una zona di guerra, con edifici distrutti, vetri ovunque, il fumo denso che si alza dai palazzi, persone insanguinate, ambulanze. «Vedo che delle finestre del'edificio del Vg e della sede del governo sono in frantumi. Delle persone insanguinate sono in strada" ha raccontato un giornalista della radio pubblica Nrk. «Ci sono vetri ovunque, C'è il caos totale» ha aggiunto il giornalista, Ingunn Andersen, che ha dichiarato di aver pensato, in un primo momento, «a un terremoto».

Intanto il portavoce di Avinor, il centro di controllo aereo della Norvegia, ha riferito che è in corso una riunione per valutare la necessità di chiudere lo spazio aereo norvegese. Lo riporta l'edizione online del quotidiano Aftenposten. Secondo il portavoce Sindre Anonsen, al momento il traffico aereo è «normale», ma potrebbe essere decisa la chiusura. All'aeroporto internazionale di Oslo, Gardermoen, i poliziotti in servizio - normalmente disarmati - sono stati dotati di armi e controllano tutte le vetture in entrata ed in uscita dall'aeroporto che sorge ad una cinquantina di chilometri dalla capitale.

I sospetti su matrice islamista ed estrema destra
Ancora non è chiaro chi possa aver compiuto gli attacchi, ma lo scorso febbraio i servizi segreti norvegesi (Pst) avevano avvertito della minaccia rappresentata dagli estremisti islamici e un anno fa la polizia ha arrestato tre musulmani sospettati di progettare un attentato. La Norvegia, paese della Nato, ha 500 soldati impiegati in Afghanistan e i caccia dell'aeronautica norvegese partecipano ai raid aerei dell'Alleanza contro il regime libico.

Dieci giorni fa un procuratore norvegese aveva incriminato per terrorismo il mullah Krekar (che si è subito detto estraneo ai fatti), controverso fondatore del gruppo curdo-islamista Ansar al-Islam da anni residente in Norvegia, per aver minacciato di morte politici norvegesi nel caso in cui fosse stato espulso dal Paese. La Norvegia aveva infatti ordinato l'espulsione di Krekar verso l'Iraq, suo Paaese d'origine, dando inizio così ad una complessa vicenda giudiziaria. Su Twitter però c'è anche chi punta il dito contro i gruppi dell'estrema destra, visto che l'attacco a Utoya (i testimoni parlano di un uomo alto e biondo) è stato lanciato contro il partito socialista.

Rivendicazione di un gruppo jihadista...
«L'attacco sferrato oggi, e che avevamo già minacciato in passato, ha colpito una delle più importanti capitali europee, Oslo, che combatte contro di noi perchè ha offeso il nostro Profeta. La Norvegia ha le sue forze in Afghanistan, dove combatte la religione di Allah e uccide i musulmani». È con queste parole che un utente del forum jihadista al-Shmukh, Abu Sulayman al-Nasir del gruppo Ansar Jihad al-Alami, ha rivendicato l'attentato compiuto questo pomeriggio a Oslo. Nel messaggio, intitolato "Oslo è un monito per tutta l'Europa e per i mujahidin in particolare", si legge: «I mujahidin vi hanno già minacciato, ma voi non avete ascoltato la loro voce e questo è il risultato. Distruzione e morte proseguiranno perchè non abbiamo completato il nostro lavoro».

...poi la smentita
«Dopo la battaglia di Stoccolma - prosegue il messaggio - avevamo minacciato di condurre ulteriori operazioni» e «avevamo invitato gli stati europei a ritirare i loro eserciti dalle terre afghane», afferma al-Nasir, che lancia un ulteriore avvertimento agli «europei: eseguite le richieste dei mujaheddin poiché ciò che avete visto è solo l'inizio. Verranno attacchi ben più grandi». Nello stile ambiguo tipico dei gruppi jihadisti, Ansar Jihad al-Alami ha poi smentito di aver a che fare con gli attentati a Oslo, aggiungendo in modo sibillino che «coloro che hanno per davvero sferrato gli attacchi devono essere sicuramente noti a tutti».

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