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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2011 alle ore 14:45.
L'ultima modifica è del 23 luglio 2011 alle ore 13:24.

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La polizia norvegese ha fermato un uomo armato di coltello vicino al primo ministro norvegese nei pressi di un albergo della cittadina di Sundvollen, a nord dell'isola di Utoya, dove è avvenuta la strage costata la vita a oltre 80 persone, gran parte dei quali giovani. Una ventina delle persone ricoverate dopo gli attacchi di ieri a Oslo sono in condizioni disperate. Lo ha detto il primario del policlinico universitario di Ulleval. Paal Aksel Naess, riferisce il sito del quotidiano Aftenposten, afferma che sono 30 i feriti ricoverati in condizioni gravi, venti dei quali in fin di vita.

L'uomo fermato a Sundvollen è stato catturato dalla polizia fuori da un hotel in cui si trovava il premier per incontrare i superstiti della strage di ieri. Ammanettato, ha spiegato di avere il coltello «perché non si sentiva al sicuro», secondo quanto riporta una giornalista della tv nazionale Nrk, presente sul posto. Il fermato ha circa 20 anni ed è un membro del movimento giovanile del Partito laburista norvegese. Lo ha riferito lo stesso uomo mentre veniva condotto su un'auto della polizia.

Il premier norvegese Jens Stoltenberg ha raggiunto l'isola di Utoya in elicottero per una visita sul luogo teatro della sparatoria che ieri ha causato la morte di 84 persone. L'edizione on line della Bbc riferisce che il primo ministro ha detto che tra le vittime ci sono anche funzionari del suo governo.

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