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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2011 alle ore 11:18.

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Una foto presa dalla pagina facebook ''WE HATE YOU ANDERS BEHRING BREIVIK'' in cui si vede un uomo, che sarebbe stato identificato come Anders Behring Breivik, tra le persone ferite a Utoya (Ansa)Una foto presa dalla pagina facebook ''WE HATE YOU ANDERS BEHRING BREIVIK'' in cui si vede un uomo, che sarebbe stato identificato come Anders Behring Breivik, tra le persone ferite a Utoya (Ansa)

«È importante rimanere uniti e sostenerci a vicenda». Questo l'appello lanciato oggi dal re di Norvegia, Harald V, all'indomani dei due attacchi che hanno sconvolto il Paese, provocando la morte di 87 persone. La loro morte, ha detto il monarca, è «una tragedia incomprensibile». Il premier norvegese, Jens Stoltenberg, ha definito il duplice attentato di venerdì, per cui è sospettato un giovane norvegese di 32 anni, «la peggiore tragedia dalla Seconda Guerra Mondiale».

Stoltenberg, che ha parlato alla nazione dinanzi alle telecamere, ha definito la strage «una tragedia nazionale». «È stato un attacco al paradiso della mia gioventù, trasformato in un inferno», ha aggiunto il primo ministro, riferendosi alla carneficina sull'isola nel fiordo a nord di Oslo, dove erano riuniti per un meeting di discussione politica centinaia di giovani socialdemocratici, il partito del premier.

Il premier norvegese Jens Stoltenberg dovrebbe andare sull'isola, sede del campus dei giovani laburisti teatro ieri della carneficina in cui hanno perso la vita almeno 80 persone, per lo più giovani. Il ministro degli Esteri Jonas Gahr Store, che già ieri si è recato sul posto, ha avuto parole di conforto e di stima per i presenti. «Il paese non ha nulla di meglio di questi giovani che dedicano il proprio tempo estivo per partecipare alla vita politica, facendo discussioni, incontri, giocando a calcio: hanno dovuto, proprio loro, vivere un'esperienza così terribile».

«È chiaro che eravamo noi il bersaglio», ma gli attacchi di ieri «cambieranno il paese, possibilmente in meglio» ha detto Eskil Pedersen, leader del movimento giovanile del partito laburista norvegese (Auf) in una conferenza stampa tenuta a Sundvoll. La sparatoria sull'isola di Utoya è stato «un attacco contro i giovani democratici che hanno un credo». «Ma non ci faremo zittire, in onore di chi ha perso la vita - ha aggiunto Pedersen - Continueremo a tenere alti i nostri ideali di tolleranza e antirazzismo». Il leader dell'Auf ha affermato che il partito continuerà a tenere i suoi campi estivi sull'isola alla periferia occidentale di Oslo.

La capitale norvegese si è risvegliata in un altro mondo, stamane, dopo gli sconvolgenti attacchi di ieri a Oslo e nell'isola di Utoya. Le immagini della televisione hanno mostrato edifici sventrati, finestre in frantumi, colonne di fumo, persone insanguinate in fuga, sguardi smarriti, poliziotti e soccorritori sopraffatti, ambulanze in corsa. La bomba, o le bombe, esplose nel quartiere che ospita tutti gli uffici di governo hanno ucciso sette persone e ne hanno ferite diverse decine, di cui nove versano in gravi condizioni. La polizia ha invitato tutti gli abitanti della capitale, che ne ospita in totale mezzo milione, ad allontanarsi dal centro città, dove ancora stamattina, la sicurezza è rafforzata in prossimità degli edifici potenzialmente sensibili. I cani poliziotti continuano le perlustrazioni, nel timore di altri ordigni inesplosi.

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