Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2011 alle ore 18:00.

My24

Del nuovo guardasigilli, Francesco Nitto Palma, chi non lo ama nel Pdl si limita a ricordarne «il carattere non facile» per poi sottolineare la dote che più di altre gli avrebbe aperto le porte del ministero di via Arenula. «In questa fase terminale della legislatura Berlusconi ha bisogno di avere alla giustizia una testa di ponte affidabile». E l'ex magistrato romano, 61 anni, dal 2008 sottosegretario all'Interno, ha guadagnato i galloni di fedelissimo del premier sul campo.

Il difensore dell'immunità parlamentare
Correva l'anno 2002 e l'ex sostituto della procura di Roma era sbarcato alla Camera da poco, ma aveva le idee già molto chiare. Così si fece promotore di un emendamento che bloccava i processi a carico dei parlamentari per tutta la durata del mandato. Una sorta di piccolo "lodo Alfano" applicato a un esercito di parlamentari. Ma l'iniziativa non tagliò il traguardo, anche per la contrarietà di Udc e An, allora nella maggioranza di centro-destra, che lo bollarono come una "norma ad personam", tagliata su misura per l'avvocato Cesare Previti, amico fraterno del nuovo ministro della Giustizia.

Nel 2003 la battaglia contro Tangentopoli
Nitto Palma però non si fece abbattere dal fuoco amico e poco dopo il suo emendamento rispuntò sotto forma di proposta di legge che prevedeva la possibilità di uno scudo penale, oltre che per i colleghi del Parlamento, anche per ministri, capo dello Stato e giudici della Consulta. Ma anche quel tentativo finì nel dimenticatoio, non però la pervicacia dell'ex magistrato. Che, un anno dopo, nel 2003, sponsorizzò l'istituzione di una commissione d'inchiesta su Tangentopoli. «Bisognerà capire come mai le indagini abbiano colpito in maniera seria alcuni partiti e solo marginalmente altri», scrisse allora il neoministro.

In prima linea alla procura di Roma
Un deciso affondo contro alcuni giudici, lui che è stato magistrato di prima linea, a lungo nella procura di Roma dove ha seguito, tra l'altro, il processo Moro, il maxiprocesso alle Brigate rosse, l'arresto del mafioso italoamericano Frank Coppola, ma anche la Gladio, Ustica e l'inchiesta sulla tragedia di Vermicino. Di mafia, per la verità, l'attuale guardasigilli si è occupato diffusamente anche in seguito come sostituto procuratore alla direzione nazionale antimafia ed è stato, dal 1994 al 1995, anche vicecapo di gabinetto al ministero della Giustizia, dicastero che conosce dunque a menadito.

Un falco con ottime amicizie nei palazzi che contano
Con gli ex colleghi della magistratura ha alterne simpatie. Detesta, dice chi lo conosce bene, Antonio Di Pietro, che siede ora come lui tra i banchi del Parlamento, ed è stato testimone di nozze di Luca Palamara, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, uno di quelli che ha spesso attaccato Berlusconi e Alfano. Ma tant'è. Perché Nitto Palma «è un personaggio ostico - riconoscono i suoi compagni d'aula - ma è un uomo di mondo che può vantare amicizie altolocate nei palazzi che contano». Un falco quando necessario, ma abile nel tessere le giuste relazioni fuori dal Parlamento.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi